Caro Sergio,
premetto che ho sempre nutrito una stima smisurata per Romano Prodi; stima unita a profonda gratitudine per aver inventato e guidato l’Ulivo (con Veltroni), per avere rimesso l’Italia in mezzo all’Europa, per averci portato nell’euro, per aver mostrato generosità e disponibilità a guidare alleanze fantasiose, bizzose e rissose in momenti molto difficili, per aver sopportato in modo elegante episodi di inaudita gravità come la mancata elezione al Quirinale.
La premessa è doverosa perché la storia va rispettata e perché dobbiamo in buona parte a Romano Prodi se il centrosinistra è diventato stabilmente una forza di governo (anche ora che è in disgrazia).
Onestà intellettuale non mi frena però dal provare profondo disagio, misto a delusione ed anche tristezza, nel sentire le ultime esternazioni del Professore.
Sarà l’età (dato oggettivo), sarà la vanità, che al Professore non è mai mancata, sarà il super-ego, sempre presente nei leader, sarà la voglia molto ruffiana di compiacere i suoi ospiti intervistatori (due marpioni come Damilano e Calabresi, che lavorano indefessamente alla distruzione del PD), insomma, sarà quello che volete, ma i giudizi espressi sui governi Renzi e Gentiloni sono stati davvero cattivi, pieni di rancore, forse anche di invidia e non so più cos’altro.
Commentare “Ah, sì?” col sorrisino sulle labbra la domanda se gli ultimi governi fossero stati di sinistra ha superato davvero il limite della decenza.
Uno scivolone immotivato, un atto di vigliaccheria (colpire in un momento di crisi è sempre molto facile) assolutamente gratuito.
E da che pulpito …!
Tutti ricordiamo Romano Prodi alla Presidenza dell’IRI, col fazzoletto rosso al collo e la foto del Che sulla scrivania … Suvvia!
Come d’altra parte tutti ricordiamo da dove vennero le pugnalate che uccisero i due governi dell’Ulivo e dell’Unione (anche se Prodi ha sempre incolpato Veltroni per avere, a suo dire, accelerato la morte dell’Unione con l’avvio prematuro del PD).
Insomma, un commento, l’”Ah, sì?”, lasciato perfidamente in sospeso, senza alcuna motivazione né soprattutto argomentazione, che ha giustamente fatto indignare anche il mite Veltroni e l’amico Del Rio, oltre che far salire la pressione a tutti quelli che all’Ulivo ed al PD hanno dedicato e ancora dedicano tempo, risorse, intelligenza e speranze.
Peccato!
E pensare che i nostalgici come Eugenio Scalfari e non solo, auspicano il ritorno in campo dei padri fondatori.
Anche no, grazie. Sappiamo sbagliare da soli, senza i professori col ditino e la perenne matita rossa e blu.
Sono stufo di constatare che la tendenza all’autodistruzione dalla nostra parte è diventata ormai endemica e patologica, e che nessuno, proprio nessuno, pare volersi esimere dal farsi vedere con in mano la bacchetta.
È il nostro destino lottare più contro noi stessi che contro gli avversari.
Caro Sergio, per citare la concorrenza, ricordo una vignetta folgorante di Altan dopo le europee del 2014.
Operaio: “Non possiamo lamentarci” – Cipputi: “Peccato!”
Io continuo a chiedermelo e a chiederlo: “Ma abbiamo davvero voglia di vincere?”
Chissà …!
Ernesto Trotta
7 Comments
totalmente d’ accordo con ernesto ….per favore , o per forza e senza tanto ” amore “…smettiamola di pendere dalle labbra di questi ” Santoni ” del centrosinistra che hanno contribuito negli ultimi anni , con la loro protervia , a danneggiare il centrosinistra
e il PD in particolare . se davvero ci stava e ci stava e ci sta a cuore la sinistra si dovrebbero comportare ben altrimenti .
loro si tirano fuori…dimentendosi.
Caro Ernesto,
la democrazia cristiana ha governato con i fascisti altrimenti doveva sgozzare mezz’Italia e Mandela non caccio’ via i “bianchi “ dagli uffici. Noi del PD dobbiamo fare la stessa cosa se vogliamo governare L’Italia.
Romano Prodi vota per il centro sinistra ed ogni tanto dice qualche cazzata, ma poi sicuramente non è fascista e ne razzista.
A me questo basta. Avanti e buona giornata. Antonio De Matteo.
Quanta condivisibile amarezza nelle parole del signor Ernesto Trotta.
Nessuno accusa Prodi di essere fascista o razzista, sarebbe stupido il solo pensarlo, ma BASTA con certi atteggiamenti e con tanta auto distruzione.
Vogliamo contare quanti segretari e dirigenti abbiamo “consumato” in pochi anni e TUTTI con il solito rito?
I dubbi di Trotta sulla voglia di governare della sinistra sono gli stessi di quelli che esprimo io quando constato che la Sinistra si divide quando vince, mentre la Destra si divide quando perde.
Si ha proprio ragione Altan.
Ernesto, condivido tutto quello che hai scritto.
Camillo
Fino a quando non smetteremo di cercare il capro espiatorio da una parte e dall’altra rinunciando al compromesso difficile, oneroso, ma l’unico in grado di evitare “Le guerre“, il centro sinistra non tornerà a governare l’Italia e se anche dovesse succedere ci sarà “il più bravo di turno” che pure essendo un ministro parteciperà allo sciopero contro il governo per farlo cadere. I principi filosofici sono condivisibili, si possono applaudire “a scena aperta”, ma poi bisogna realizzarli e questo è difficilissimo: Il grande Carlo Marx lo ha dimostrato, anche se lui non ha potuto verificarlo. L’essere umano, se utilizzasse il suo tempo di vita, a filosofare di meno ed agire di più, secondo me, otterrebbe maggior risultati. La tecnologia, che per fortuna avanza inesorabilmente, ci costringerà nostro malgrado a trovare una soluzione allo sconvolgimento che il tecnologo provoca e provocherà nella nostra società. Io preferisco il tecnologo al filosofo che pure è necessario ma che non è in grado di realizzare i suoi principi. Toccherebbe al filosofo aiutare il tecnologo a rendere più umano e razionale la sua scoperta, ma la filosofia e la tecnologia non riescono a colloquiare facilmente e questo è un male per la nostra società, ma col tempo, e dopo essersi “menati” saranno costretti al compromesso, secondo me. I problemi dell’umanità sono difficili, difficilissimi da risolvere, ma io preferisco quelli che fanno qualcosa in pratica a quelli che predicano e basta. Coloro che operano spesso sbagliano, ma la storia umana la scrivono loro con i fatti. Cerchiamo quindi di usurare meno teoria è più pratica. Il problema degli emigranti non si risolve professando l’accoglienza per tutti, che pure sarebbe giusto, ma facendo delle scelte in base alle nostre disponibilità e capacità di aiutare umanamente i disperati che vogliono venire nel nostro paese. Una volta chiesi al prete don Gino Rigoldi, un prete che stimo molto, quale criterio usava ed usa per scegliere i tanti poveri e disperati da aiutare e la risposta fu: “chi arriva prima“. La sua risposta può sembrare cinica, ma non lo è: la sua forza non gli permetteva e non gli permette di aiutare tutti i disperati del mondo, però anziché predicare, filosofare, salva qualcuno di quei poveri destinati a morire. Il suddetto compromesso, secondo me, è meglio che cantare messa. Parliamo di più di fatti e meno di filosofia. Grazie a tutti, per la vostra disponibilità a leggermi, anche a coloro che la pensano diversamente da me. Antonio De Matteo Milano
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Quando insisti troppo sui fatti a scapito della filosofia acquisti un vago sapore grillino.
Con affetto
Sergio
Infatti Grillo sta organizzando un nuovo partito e mi darebbe l’incarico di segretario, ma solo se riesco a portare anche te, Caro Sergio , nel “grillaio”. Caro Sergio, tra il dire ed il fare c’è sempre il mare che è un fatto vero ineluttabile da affrontare. Un abbraccio Antonio.