Devo confessare che mi piace la versione di Renzi nelle vesti di Giamburrasca della politica italiana. Lo preferisco alla sua versione originale di primo della classe, con quell’accento toscano che ricorda quello di un nostro giovane compagno a cui il buon Mariotti, ex ministro della Sanità, aveva affibbiato il soprannome di Carrierino dei piccoli. Diciamo che preferisco il Renzi dal referendum a oggi, esattamente in controtendenza con l’opinione generale. I sondaggi gli danno torto come i voti di prima gli davano ragione. E proprio grazie alle sconfitte e alla solitudine in cui si trova Renzi ha dato il meglio di sé. Innanzitutto regalandoci Draghi. Senza la sua crisi e l’asse conclusivo con Mattarella noi avremmo ancora Conte e sarebbe peggio, assai peggio. Poi rilanciando sui Cinque stelle e sull’incompatibilità del riformismo col populismo. Infine aderendo alla campagna referendaria sulla giustizia e sbeffeggiando l’uso politico della magistratura.. E’ vero che questo avviene, com’é il caso dell’altro Matteo, dopo essere stato coinvolto personalmente. Ma questo é vero anche per altri, ed è stato vero, per un certo verso, anche per noi che abbiamo votato la legge Vassalli nel 1988 che svuotava di significato il referendum sulla responsabilità civile del giudice, rompendo con le ragioni dei compagni radicali. Mi ha colto di sorpresa l’attacco a Bersani per i novanta mila euro avuti dall’Ilva. E quel suo sparacchiare in largo e in lungo sui magistrati che mettono sotto accusa i suoi amici, i suoi genitori, requisiscono cellulari, cercando di infangare lui, l’ho trovato simile alla famosa testimonianza resa a Milano da un nostro leader. La magistratura d’altronde colpisce come è noto i deboli. Unica eccezione è stata Berlusconi, colpito anche quando era forte. Dove andrà Renzi? Spero non in Arabia saudita. Non c’é niente di illegale, sia ben chiaro, nel tenere conferenze a pagamento in stati esteri. C’é un problema di opportunità per un senatore della Repubblica italiana, é vero. Ma nella fase impazzita della non politica e dei non partiti, un leader può o non può darsi da fare per finanziare se stesso e il suo partito? Con metodi legali, sia ben chiaro. La fondazione di Renzi lo faceva illegalmente? Ne dubito. E va dimostrato il contrario. Però i magistrati le sono volati addosso sostenendo e diffondendo tesi colpevoliste. L’ipocrisia italiana qui raggiunge il vertice. Per inseguire l’umore insano del pentastellati hanno abolito il finanziamento pubblico, hanno tagliato retroattivamente i vitalizi, hanno sposato le tesi di Travaglio che mira a dare “tutto il potere ai giudici” creando di fatto il regime dell’ermellino. Renzi non ci sta. E io, personalmente, sono con lui.
Mauro Del Bue, Avanti online, 23 novembre 2021
6 Comments
Che dire? Il buon Staino, pur dovendo combattere con le sue origini (che sono roba importante) e le sue nostalgie è comunque lucido e intellettualmente indipendente.
Purtroppo Renzi ormai non potrà recuperare quel consenso, distrutto e assassinato da una complicità oscena tra informazione, magistratura e politica. Ma magari potrà avere iniziato qualcosa che continuerà.
LA PUBBLCITA’ E’ L’ANIMA DEL COMMERCIO
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La Leopolda è finita, andiamo in pace. Manco pe gnente.
La Leopolda, quest’anno, è stata uno show ancora più di Marketing del passato, forse proprio per la brandizzazione e organizzazione con il logo di IV. E’ stato un evento mediatico condito da un florilegio di accuse, più o meno generiche, più o meno pesanti, al Partito Democratico, cui Renzi non perdona, in primis, la comunanza di Letta con Conte, suo acerrimo nemico, e soprattutto competitor in campo elettorale.
Ce lo ricorda Teresa Bellanova, evidentemente concitata per kermesse di marketing, con l’asserzione che non riconosce più il PD, che ha costituito il suo partito “sin dall’età della ragione” (ndr il PD è stato fondato nel 2007, e la Bellanova era più che maggiorenne allora) la quale ci tiene ad informarci che lei, quest’accusa di essersi spostata a destra proprio non la digerisce.
Però il suo leader, un paio di settimane fa, viene dato per alleato di Micciché in Sicilia (Forza Italia), il quale non solo si affretta a dire che l’accordo è reale e siglato (sembra per Micciché in Regione) ma che Renzi gli avrebbe detto che in caso di voti mancanti per Berlusconi al Quirinale, i voti di Italia Viva sarebbero stati a disposizione. Renzi, interrogato sul fatto, potenzialmente una bomba, si trincera dietro a un “cosa penso del PdR lo dirò alla Leopolda”. Non ero alla Leopolda, e non posso sapere tutto ciò che è stato detto, ma sembra che tutto si sia limitato ad un laconico “voglio eleggere un Presidente europeista”. A parte la banalità della cosa, risulta generico, e quanto mai fumoso, visto che la “qualità” dell’europeismo dovrebbe essere elevata, ma soprattutto perché Berlusconi viene considerato europeista, in contrasto ai suoi alleati storici (Lega e FdI). Ma non basta. Renzi ci fa anche sapere che proporrà Faraone come sindaco di Palermo, il che fa “nasare” sentore di accordi mutui. A pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca, diceva un noto precursore della DC.
D’altronde in un paio di occasioni Renzi alle amministrative ha supportato il candidato di FI, e in Campania era alleato con una lista di centrodestra. Ricordiamo il socialista Rosato che alle regionali dello scorso anno dichiarò che “Italia Viva si sente vicino all’elettorato di Forza Italia”. Non gli portò alcun vantaggio ma tant’è. Sui giornali la svolta a destra di Renzi pare non piacere a gente come la Bellanova o come Migliore, che provengo l’una dal PCI/CGIL l’altro da Rifondazione Comunista. Ma nessuno dei due ha fatto dichiarazioni contro la svolta al “nero di seppia”.
Infine Renzi ci avvisa che si voterà nel 2022 per il governo, perché ci sono forze che lo vogliono (lui no…) ma quest’uscita sembra veramente preludio ad un inverno politicamente caldissimo, con Draghi nuovo target di Renzi.
Insomma. Renzi ci fa capire in tutte le salse che lui E’ il centrodestra, un centrodestra che vedrebbe alleato principale FI, ma anche Toti, ad esempio, e forse anche UDC, magari proponendo proprio il “compagno Casini” alla Presidenza della Repubblica.
Vedremo. Ma per ora, è certo che Renzi, col centrosinistra, non ha più nulla a che fare.
Caro Ornati, Lei è intriso di propaganda travagliesca, parla solo di pettegolezzi, falsità e sentito dire.
Questa non è politica, e per questo non merita risposta.
Meno male che nel PD non sono tutti come Lei.
Mi stia bene.
Matteo Renzi è stato una delusione totale, doppia per chi come me ci vedeva, per motivi anagrafici, anche una istanza generazionale… E anche tripla, avendo contribuito, in tempi non sospetti, a sostenerlo.
È un po’ penoso vederlo condizionare la politica con una formazione al 3%, come un Mastella qualsiasi, quando invece poteva rappresentare quel pezzo di Italia che voleva una apertura al cambiamento e alla innovazione.
La mia impressione è che per tornare in parlamento cambierà sponda e tanti saluti alla sinistra.
Alessandro
Caro Sergio
mi dispiace se tu non sei stato bene.
finalmente un commento equilibrato sulla Leopolda! il tuo e quello dell’Avanti..
…………. perche avete ascoltato l originale e non i surrogati dei talk show.
mi trovate d’accordo tutti e due
una cosa mi ha colpito: tanti giovani, tante idee e tanti punti di vista, sono riuscita a riflettere su tanti punti
ditemi: quale altro partito offre questi spunti e queste riflessioni?
quale altro partito fa scuola di politica come quella a Ponte di Legno ( che è stata interessantissima)?
se mi segnalate interventi così seri e preparati di altri partiti ,anche contrari alla mia idea, Vi prometto che li ascolterò come sto facendo da giorni con quelli della Leopolda.
un abbraccio
buona salute a tutti
viviana
Grazie Viviana
per la tua riflessione che dimostra quella onestà intellettuale del saper e conoscere prima ancora di riflettere e controbattere. Ho militato nella sinistra perchè questo ha sempre rappresentato il mio modo di fare Politica. Ora purtroppo sono cambiate molte cose.
Ad Alessandro e Giovanni Onorati, intrisi di sola propaganda senza costrutto, fatta di dietrologie da politologi da Bar dello Sport, li invito a sentire almeno 3 volte l’intervento di Teresa Bellanova alla Leopolda per capire bene cosa significa essere di sinistra prima ancora di essere Riformisti.
Un abbraccio
Gianni Moscatellini