Ciao Sergio,
ho letto con attenzione (ed un po’ di commozione) la parte che riguarda Franco Serantini e Nicolai. Quante volte ho cantato “proprio due giorni prima / parlava Nicolai / Franco era coi compagni / decisi più che mai / cascasse il mondo sulla città / quell’assassino non parlerà”: sono i versi della ballata scritta da Piero Nissim, all’epoca componente con Pino Masi ed Alfredo Bandelli del Canzoniere pisano. La loro truculenza era temprata dalla dolcezza della melodia (rubata a un canto popolare). Esiste – sempre su Serantini – un’altra bella ballata “Il nostro maggio”. Aggiungo che “Il sovversivo” di Corrado Stajano è uno dei libri della mia formazione politica… e penso che riconoscermi anarchico, attraverso il libro scritto da un non-anarchico come Stajano, mi abbia permesso di essere un po’ meno ottuso nella mia militanza.
Vengo dunque a sapere, da quell’articolo, che lo stesso famigerato Nicolai (per me solo un nome in quella canzone) era personalmente un fascista “perbene”. Credimi lo dico senza ironia, non mi risulta impensabile: io stesso ho avuto un nonno fascista che adoravo, che mi ha sempre comprato in edicola tutti i fumetti che gli chiedevo (dunque dobbiamo attribuire a lui anche l’ammirazione che mi lega a te) che mi disse “no” solo quando – giovane comunista non ancora anarchico – gli chiesi se mi prendeva in edicola anche il Manifesto. “Se vuoi ti do i soldi – mi disse – ma quello te lo compri tu”…
In fondo ho sempre pensato all’anarchia come al mondo ideale nel quale si può essere tutto ciò che si vuole – cattolici, liberali, persino fascisti – perché sotto il valore assoluto della libertà, ogni convinzione personale non può più diventare un pericolo per gli altri. L’anarchia più ancora che un progetto politico sistematico, è un vaccino (parola molto poco di moda) che interviene quando il virus del potere travalica nell’abuso. Fino a quel momento, libertà totale per ognuno di avere anche le più discutibili convinzioni.
Vabbè, questa piccola riflessione teorica, a tempo perso, nell’afa milanese. Purtroppo il fascismo in Italia non è un pensiero astratto – per quanto aberrante – ma un sistema criminale, un disastro al potere fra le due guerre, un’impresa terroristica negli anni settanta, ed un pericolo oggi, quando a cento anni dalla marcia su Roma, si ripresenta come concreta ipotesi di governo.
Ti abbraccio
Alessio Lega
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