Caro Sergio,
sono un iscritto ed elettore del PD ed ho molto riflettuto in questa settimana sulle ragioni politiche di questa sconfitta elettorale. Alla fine mi sono annoiato da solo a ricercare ragioni politiche, quando chi ha vinto l’ha fatto principalmente cavalcando apertamente l’antipolitica, seminando qualunquismo e populismo con la complicità dei mezzi d’informazione: stampa, televisione e social. Sono giunto pertanto alla conclusione che il problema è principalmente di carattere culturale e per rilanciare il PD dobbiamo partire da quel versante.
Prima di tutto per difenderci dai continui attacchi dei mezzi d’informazione abbiamo bisogno di un organo di stampa che sostenga la nostra azione e quindi è indispensabile la riapertura del giornale l’Unità. Secondo, dobbiamo ribadire con forza e dimostrare che il PD i valori della sinistra li incarna ancora tutti, se i valori sono la democrazia, la difesa delle libertà, i diritti, ai quali è bene aggiungere anche i doveri, l’antifascismo, la solidarietà, le pari opportunità, il no al razzismo e tutti quelli previsti dalla Carta costituzionale. Chi ha cercato di difendere la scellerata scelta di dar vita alla recente scissione, sostenendo che era il popolo della sinistra che lo chiedeva, in difesa dei principi e dei valori che non erano più presenti nel PD, è stato abbondantemente smentito dai fatti e dalla matematica. Perché se così fosse stato, Liberi e Uguali doveva intercettare gran parte dei voti persi dal PD. Cosa che invece è avvenuta solo in piccola parte e con una percentuale che forse non raggiunge nemmeno il due per cento. Mentre a mio avviso il danno arrecato al centro sinistra dalla scissione è stato di gran lunga maggiore della percentuale racimolata da Liberi e Uguali, perché le scissioni e i continui litigi disorientano i militanti e l’elettorato, generando sfiducia e discredito sul partito e il suo gruppo dirigente. Anche questo è un problema che va risolto culturalmente all’interno della sinistra, perché se ancora non abbiamo capito che le scissioni, partendo da Bertinotti, Cossutta, Diliberto, Ferrero (che partecipò ad una manifestazione contro il governo Prodi di cui era ministro), per finire con Bersani e compagni, hanno prodotto solo disastri elettorali e rilanciato le destre e i fautori dell’antipolitica. A proposito di valori, anche l’intelligenza, in politica dovrebbe essere un valore. Partiamo quindi dal rilancio culturale del partito contro il nulla del qualunquismo e del populismo. Una cultura politica dove al suo interno possono coesistere molti dei contributi che hai pubblicato in questi giorni, compreso quello di Roberto Saviano.
Un abbraccio,
Carlo Ravaioli
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