6 marzo 2018
Oggi è un giorno di grande sconfitta, gli italiani hanno votato. Vedendo i risultati si capisce che chi ha vinto non è altro che lo specchio della società di oggi. Tutti sanno fare tutto, non esiste più l’essere professionista ma l’incompetenza regna sovrana. Non si tratta di colori politici ma bensì il bene di questo Paese. Non parlo da cittadina ma di futura mamma. Che futuro posso dare a mio figlio in questa società d’oggi dove non c’è un progetto vero per il futuro? Vorrei che mio figlio non si sentisse Italiano ma un Europeo, vorrei che fosse libero di manifestare qualunque forma di amore di qualsiasi colore e sesso, vorrei che non avesse solo amici della stessa nazionalità o colore, ma che fosse circondato da amici multietnica. Vorrei che fosse libero di andare a studiare e fare esperienza lavorativa e umana al di fuori del nostro paese. Vorrei che capisse il significato di sacrificio, che nulla è dovuto se non lo meriti. Mi dispiace dirlo, ma con il voto di oggi tutto ciò non so se sarà ancora possibile. Come stanno le cose oggi ci governeranno delle persone messe lì ignare di cosa significhi veramente portare avanti un paese, che parlano alla pancia della gente, che non danno una soluzione ma che fanno crescere rabbia e insicurezza, promettendo soldi soltanto perché si è italiani. E allora mi domando dove sarà il progresso? Dove andremo a finire se ognuno di noi non ha più motivazione di svegliarsi la mattina per andare a lavorare? Dove prenderanno tutti i soldi per far realizzare questa illusione? Perché, parliamoci chiaro, noi italiani siamo così ci piace l’illusione, le cose impossibili. Ci piace lamentarci, ci piace dire che tutto fa schifo, che gli altri sono meglio di noi. Troviamo sempre uno da incolpare: oggi lo straniero domani chi lo sa. Poi quando c’è qualcuno che il cambiamento ha provato a farlo gli hanno bloccato le ali, hanno bloccato un paese hanno bloccato un pensiero. E ti diranno che si poteva fare meglio! Ma certo che si può fare meglio, ma almeno qualcosa si era mosso, qualcosa stava prendendo vita ma come ogni cosa bella finisce troppo presto, finisce un percorso che prima o poi gli italiani capiranno. Si è fatta una guerra contro un uomo non contro le sue idee. Ha toccato troppi organi diversi e questo gli è costato. Lo abbiamo visto al referendum. Un referendum che poteva fare la differenza poteva dare quella scossa che cercavamo da tempo e invece è stata presa una decisione non a favore del paese ma a sfavore di un uomo. Ecco cosa è l’essere umano. Prova sollievo a vedere le sconfitte del suo simile e gode del suo fallimento, dimenticando il vero obbiettivo la crescita del paese. Perché se il paese non va avanti è il nostro fallimento. A chi pensa che il problema di questo nostro malessere è tutta colpa di una sola persona, sbaglia di grosso. Dobbiamo cambiare noi mentalità, se pensiamo che è colpa degli stranieri, se siamo così non abbiamo capito nulla. Anche noi siamo stati immigrati, anche noi siamo andati a prenderci un lavoro che spettava ad altri, anche noi abbiamo rubato in altri paesi, anche noi lavoravamo per poi portare a casa i soldi. Tutte queste cose le abbiamo vissute anche noi, ma c’è chi lo dimentica e io il mio passato non me lo dimentico perché quello che siamo lo dobbiamo a chi prima di noi ha fatto sacrifici che non si possono buttare.
Caterina Mariani, Cave
3 Comments
Brava Caterina Mariani,
anch’io la penso come te e non siamo gli unici: siamo ancora in tanti e diventeremo di più, basta non arrenderci e non votare i “malpancista“ per distruggere tutto e tutti.
Io ho appoggiato e condiviso le idee di Matteo Renzi, ma evidentemente non abbiamo trovato il modo giusto per spiegarlo alla gente che non ha votato PD e che probabilmente la pensa come noi. Bisogna cambiare strategia e dobbiamo provarci tutti insieme. Noi continueremo a non odiare gli extracomunitari, a sentirci europei in una Europa sempre più forte e solidale, continueremo a pensare che le tasse vanno pagate in modo proporzionale al proprio reddito e chi ruba devi andare in galera.
Io a mio figlio, da quarant’anni, racconto queste cose, anche quando prima di Tangentopoli, tanti miei colleghi di lavoro mi consideravano un “cretino”perché non prendevo la tangente come responsabile dell’ufficio acquisti di una azienda metalmeccanica milanese. I nostri principi di libertà democrazia e solidarietà li dobbiamo difendere in qualsiasi modo ,sempre e prima o poi vinceremo. Un abbraccio a tutti Antonio De Matteo Milano.
Mi associo ad Antonio.
Sergio
Anche io mi associo ad Antonio. Rossana