Caro Sergio,
ho raccolto il tuo invito. Ho letto e riletto l’intervento di Cuperlo. Che dire? Non lo scopriamo adesso. Grande dirigente politico. Poche volte è stato chiamato a cimentarsi in attività tecnico-amministrative di livello istituzionale. Sono certo che ci avrebbe ben rappresentato. E’ stato responsabile della Fgci e da giovane comunista è vissuto a fianco di Moro e di Berlinguer. Non è poco. Questo suo intervento, se mi è consentito, in me ha suscitato, però, più interrogativi che condivisioni. Prima di approfondire i contenuti, un dubbio lo esterno. Riguarda il Fo politico, grandissimo scrittore, sul quale sospendo il giudizio. Come si dice: ai posteri. Ma andiamo ai contenuti. Secondo Cuperlo sul governo ci siamo attardati in questi 5 anni a “…raccontare l’Italia che funziona” (in sintonia con Veltroni) mentre i più giovani, attratti dal movimento, votavano contro il governo. Quindi, par di capire, bastava via etere spargere pessimismo sulle prospettive e disillusione sui dati positivi ed oggi staremmo a raccontare un’altra storia. Poi, avremmo dovuto affidare il futuro dei ragazzi e di tutto il sud al “reddito di cittadinanza” quale strumento di riscatto. Una domanda: se tra le cose che funzionavano avessimo (più loro dirigenti a reti unificate che noi militanti) spiegato i vantaggi del “reddito di inclusione” pensa Cuperlo che avremmo avuto miglior fortuna? Sono d’accordo con lui quando stigmatizza il comportamento del deputato calabrese che”…uccide la buona politica”. Sicuramente ci ha penalizzato ma perché l’amico degli Spada, i massoni, i falsi dichiaratori hanno avvantaggiato i 5S? Il congiuntivo non c’entra. C’entra invece il fatto che il padrone di quei congiuntivi era e rimane un candidato costruito a tavolino, senza alcuna militanza diretta come invece è Cuperlo. Eppure ha vinto. Perché?Come? Sono, poi, in disaccordo con Gianni quando ricorda che i dissidenti (penso a Bersani, Speranza, D’Alema, Rossi, Camusso ecc.) sono usciti dal PD “sbattendo la porta” contro una cabina di regia del comandante blindata dall’interno. Cuperlo ce lo ha insegnato: si resta e si lotta. La porta sbattuta, caro Gianni, ha violentemente impattato il mio naso. T’assicuro che è stato doloroso. Quindi non basta dire che è sufficiente “…non essere in sintonia con questi personaggi..” E non è vero che ci siamo “..disturbati a vicenda..” In campagna elettorale hanno solo attaccato il PD raggiungendo di fatto il loro obiettivo: abbattere Sansone e tutti i filistei, me compreso. Complimento a loro. Scusa Gianni, ci sono nel PD dirigenti che hanno modificato “la società del merito” in una “merotocrazia per eredità”? Cioè si sono macchiati di nepotismo? Si? Allora fuori dal partito per rispetto dei militanti. Su Caporetto, poi, sarei un po’ più cauto. Equiparare Cadorna a Renzi mi sembra un po’ pesante. Definirlo gramscianamente “burocrate della strategia” è più di una serena critica. Faccio fatica a pensare che le decine di leggi sociali siano state un “sacrificio della realtà” misconosciuta. Del resto Cuperlo si contraddice quando definisce “formidabile” l’architettura di “un sistema di welfare che ha sottratto milioni di persone all’incubo della povertà, della malattia, dell’ignoranza”. Tralascio le considerazioni sul referendum costituzionale. Dico solo che oggetto del referendum non erano i principi della carta ma il riassetto di alcuni pezzi delle istituzioni. Non capisco cosa centri con il sindacato meno forte. Semmai è la segretaria Camusso, che facendo campagna elettorale per LeU, ha trascinato l’organizzazione alla sconfitta. E senza alcun mandato. Ma ne riparleremo al congresso. Già, il Congresso. Ma quello del PD. Perché Gianni sminuisce il valore della militanza affermando che “scollinare questa rivolta montando i gazebo e armando gli eserciti (sic) delle primarie” è strumento desueto e controproducente? Gazebo, notabilati, capicorrente, nuovi Messia …. Questo siamo. Se così è, con cosa andiamo a cercare quei concittadini che non ci hanno votato? Non dopo le seimila assemblee che Martina ha lanciato , dice Cuperlo,ma lanciando una generica “campagna d’ascolto” degli “intellettuali di generazioni e campi diversi” dopo aver riportato “i fedeli in chiesa”. Proprio quella chiesa che lui vorrebbe superare in quanto piena di notabili ecc.. Ma allora, senza organizzazione, come li andiamo a cercare? Come e dove “restituiamo umiltà e fatica alla passione politica” se gazebo e sezioni sono inadeguati e frequentati da iscritti”.. che hanno sottratto a questi strumenti di democrazia i contenuti politici che da sempre li hanno caratterizzati..? Comunque Cuperlo è un grande Dirigente del partito che ci ha insegnato, come detto, a lottare nelle difficoltà, a non demordere. Noi che veniamo dall’esperienza del PCI l’abbiamo nel DNA. Un saluto ed un ringraziamento particolare a te Sergio per quello che fai ma soprattutto come lo fai.
Massimo Maini
7 Comments
A quanto dice Massimo vorrei aggiungere, con la franchezza dovuta e senza aprire polemiche di cattivo gusto, che da dirigenti come Gianni Cuperlo il Partito, inteso come organizzazione di persone con un comune obbiettivo politico (“concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale” – art. 49 della Carta), attende proposte operative, iniziative, idee, non solo analisi, critiche e tante esortazioni generiche.
Mi spiace essere duro nei suoi confronti, ma il lungo intervento può avere forse un valore letterario ed emotivo, ma non ha alcun valore politico in termini programmatici. Si tratta, come ben argomenta Massimo, delle consuete lamentele su una gestione con la quale Cuperlo non era in sintonia (legittimamente), ma alla quale comunque lui stesso deve riconoscere di avere fatto molte cose positive.
E’ il discorso di chi ancora una volta parla da opposizione strutturale e non da forza di governo, che DEVE realizzare delle cose e per farlo deve poggiarsi su di una maggioranza parlamentare e non solo su un sentimento popolare.
Sarà una mia monomania, ma avvicinarsi agli ultimi, capirne e condividerne i problemi, essere presente, NON SERVE A NULLA, se non hai il potere di fare concretamente qualcosa per migliorare la loro esistenza.
Ciò detto, vorrei suggerire qualcosa di concreto, che potremmo realizzare in poco tempo, approfittando della momentanea libertà da incarichi operativi (insomma, ci hanno sbattuto all’opposizione …!).
Mi piacerebbe che il PD avviasse una mastodontica campagna di ascolto dei cittadini potenzialmente interessati alle nostre tesi sui maggiori temi in discussione.
Elaborare, con l’aiuto di professionisti di sicuro mestiere, alcuni SEMPLICI e BREVI questionari, da somministrare a cadenza quindicinale, nei quali chiedere pareri su argomenti specifici e consigli su cose da fare.
I contatti andrebbero gestiti e monitorati VIA WEB, utilizzando ogni possibile strumento (email, twitter, WhatsApp, tutti i social, …) chiedendo ai destinatari di diffondere e rilanciare a catena.
Facciamo insomma del web marketing professionale, ma a modo nostro, chiaro, trasparente, onesto.
Credo che potremmo senza molti problemi raggiungere qualche milione di persone, non quattro amici al bar.
Tre o quattro domande per volta, non di più, chiare, nette, con cadenza quindicinale e per almeno tre mesi.
Tutti i media dovranno essere costretti a parlarne, e noi dovremmo con trasparenza mettere in rete risultati e conclusioni.
E poi avere il coraggio di recepire quanto raccolto in un programma di rilancio del Partito, da discutere a Congresso.
Contemporaneamente dovremmo rivolgerci a tutti quegli intellettuali, amici o meno, dai quali possiamo attenderci indirizzi e critiche.
Dare prova insomma di saper davvero rimetterci in discussione, senza supponenza, senza arroganza, ma con umiltà.
Non è cosa semplice da fare, ma credo che al nostro interno, o nelle vicinanze, abbiamo tutte le professionalità e l’intelligenza che servono per un’operazione di questa portata che, tra l’altro, avrebbe il merito di riportarci tra le persone, di occupare la rete in modo intelligente, di mettere alla prova le nostre capacità di ascolto.
Qualcuno vuole dare suggerimenti?
Quello che propone Ernesto mi ricorda i questionari che raccoglievo (non so se anche lui lo faceva) come componente dei “Comitati per Prodi” prima delle elezioni del 2006. E’ una proposta molto interessante e potrebbero sortire risultati molto utili per orientare la linea del Partito. Da meditare.
Io credo che bisogni prima ricominciare a imparare a leggere e scrivere. Che senso ha riempire dei questionari se non conosciamo cos’è il mondo e in che direzione bisogna lavorare per cambiarlo in senso positivo? I poveri consultati potranno solo ripetere le litanie che già ci facciamo fra di noi.
No, Sergio. Non ci sto a chiudermi in clausura a leccarmi le ferite chiedendomi – chi siamo? da dove veniamo? dove andiamo? con chi? -.
Sappiamo già leggere e scrivere: dobbiamo decidere in fretta che storia raccontare e qualche parere informato non può che farci bene.
Vuoi che stiamo ancora qui a menarcela sui difetti di Renzi, mentre tra un anno si vota per le europee? Sempre che non si rivoti prima anche per le politiche …
Dobbiamo subito rimetterci in carreggiata, testimoniando che il PD è vivo e lotta insieme a noi.
Mi dicono che il questionario l’ha fatto anche Macron, oltre ai comitati per Prodi vent’anni fa.
Oggi disponiamo di altri mezzi, per fortuna.
Coraggio! Usciamo dal lutto e riproponiamo subito una piattaforma democratica europea.
Le idee non ci mancano.
Ottime argomentazioni di Massimo e Ernesto, come sempre lucidissimo nelle analisi e proposte, altro che le filosofiche idee vecchie di alcuni compagni.
Avanti con giudizio.
Repetti Camillo
Sergio, guarda che il questionario viene impostato con domande “aperte” e “chiuse”, per cui chiunque lo compili di fatto viene “guidato” ad esprimere giudizi e valutazioni corrispondenti al suo “sentire”. E quindi dalle risposte date sui questionari noi comprendiamo quale sia la “visione del mondo” che hanno i cittadini e quali azioni LORO propongono per cambiarlo (o quantomeno per cambiare il loro piccolo, personale mondo).
Cari compagni, ho letto anche io con attenzione la narrazione, eccellente, di Cuperlo, ma come altri non mi ha convinto la sostanza.
Giovedì sera si è svolta da noi al circolo di Brescia est una riunione per un’analisi del voto con il segretario cittadino del partito.
Sono rimasto di stucco, l’analisi è stata questa in sintesi.
Renzi non sappiamo perche si è reso antipatico
Abbiamo governato bene.
Siamo in mezzo ad una crisi della sinistra a livello mondiale.
Non abbiamo perso perché comunque siamo ancora il secondo partito nel paese.
Scusate, ma dove vogliamo andare con una analisi del genere senza poi elaborare una proposta alternativa.
Come sapete o avrete letto da miei precedenti post sono sempre stato d’accordo con le scelte di Renzi e rimango convinto della bontà della sua proposta politica ma qualche domanda c’è la dobbiamo porre.
Abbiamo fatto una campagna politica senza parlare per un attimo di una più ( equa distribuzione del reddito) credo che per una forza politica di sinistra sia un errore fondamentale.
Abbiamo avuto all’ interno una scissione è una montagna di contraddizioni tra i dirigenti, vogliamo chiederci almeno il perché? ( qui non ci starebbe bene un po’ di Centralismo Democratico) di Berlingueriana memoria?
I media e il sindacato ci hanno girato le spalle e fatto perdere il referendum , perché?
Ci siamo ritrovati un paese spaccato in due. Da una parte il nord con le sue paure, in alcuni casi anche fondate, con la voglia di più autonomia e abbagliato dal mito di pagare meno tesse possibile.
Il Sud al contrario con rassegnazione si butta nelle mani statalisti dilettanti con il mito del salario garantito. Mi vengono in mente i film di Albanese ( laqualunque) di Zalone ( il posto fisso) e per ultimo ( l’ora legale) di Ficarra e Picone. Non sarà che il sud ha avuto veramente paura del cambiamento che volevamo imprimere a questo paese? Il paese è pronto per questi cambiamenti? Io credo di no. E allora?
Ho ripensato alla proposta fatta tanti anni fa da alcuni intellettuali tra cui Cacciari di formare un nuovo partito di sinistra al nord , si chiamava ( verso Nord) naturalmente con uno sguardo al sud di sinistra ma non assistenzialista.
Che ne dite , non varrebbe la pena iniziare a discuterne?
Marco bs
P.S. Credo che Renzi sia sicuramente un (Cavallo di Razza) deve solo stare zitto per un po’ e sarà sicuramente lui di nuovo il nostro Presidente del Consiglio