Rino Formica: “Fontana è un clerical-reazionario, impressionante il silenzio dei dem”
L’ex ministro Psi: «Meloni sta preparando una base culturale del prossimo governo che può portare al superamento della democrazia basata sull’antifascismo»
Nella sua lunghissima esistenza Rino Formica ha vissuto in prima persona le svolte fondamentali della storia repubblicana e dopo questa cavalcata – dal 1945 in poi – è come se avesse sviluppato un sesto senso nel riuscire a leggere in anticipo le stagioni in arrivo. E stavolta l’avviso ai naviganti parte dal 13 ottobre: «Quel giorno, per la prima volta nella storia italiana dall’Unità ad oggi, un clerical-reazionario, Lorenzo Fontana, ha assunto la presidenza di un ramo del Parlamento. L’assenza di una reazione della cultura democratica e laica al discorso di Fontana è stata impressionante. Ma attenzione: diversi segnali già evidenti – e sinora sottovalutati – ci dicono che il governo in formazione potrebbe aprire la strada ad una nuova stagione nel segno del tradizionalismo e di una realtà politica nuova per il Paese: non fascista, ma di segno reazionario». Classe 1927, barese, figlio di un ferroviere socialista e lui stesso ministro e dirigente del Psi, nella sua vita Formica ha lavorato a fianco di tutti i capi del socialismo italiano, ha conosciuto Benedetto Croce e Aldo Moro, Helmut Kohl ed Enrico Berlinguer.
Come primo segnale il centrodestra a guida Meloni si è presentato con presidenti della Camere diversi da figure del passato come Pera, Casini, Schifani. Perché escludere che si tratti di un caso?
«Perché non lo è. Ignazio La Russa ha parlato a nome di quella generazione post-fascista che si è formata nella ricerca di uno spazio di sopravvivenza nella Repubblica democratica e antifascista. Nel suo Pantheon – un miscuglio di destra e di sinistra con Pertini, Violante e Tatarella – ha richiamato personaggi che avevano cercato di superare la frattura tra l’antifascismo e il fascismo dei viventi, ma non con la storia del fascismo. La Russa è un sopravvissuto che ha saputo convivere. Ma questo non basta alla nuova destra. Ed ecco Fontana!».
Potrebbe essere solo un segnale di Salvini rivolto ad un mondo tradizionalista: perché farne un simbolo?
«ll discorso della reazione di Fontana preannuncia un nuovo ciclo, quello della riscrittura della storia italiana attraverso la rivisitazione dei vecchi grumi del nazionalismo che fu un filone del fascismo e che diventò evanescente non appena diventò sovranazionale. A quel punto diventò anche reazionario».
Meloni ha un tratto antropologico originale, ma sinora ha tirato la corda senza romperla: che interesse può avere ad una avventura identitaria?
«Giorgia Meloni ha capito bene che non esistono i margini per un’attività di governo tradizionale, non ci sono perché questi margini sono condizionati tutti dal vincolo estero: la guerra, l’Europa, l’allargamento delle conseguenze economiche derivanti dal conflitto ucraino. Il nuovo governo non è interessato ai temi della grande economia, ma solo a quelli della micro-economia. Questioni concretissime, ci mancherebbe altro. Ma zero visione di politica industriale, dello sviluppo, delle ricadute della ricerca sulla produzione».
E dunque?
«E dunque si sta dedicando anche a predisporre una base culturale del governo, che può portare al superamento della democrazia come la conosciamo, basata sull’antifascismo. Una tentazione pericolosa che si è palesata nella scelta del presidente della Camera, di alcuni dei futuri ministri e in particolare dei nomi che si fanno per la Cultura…».
Il nome del prescelto in quel ministero potrebbe essere rivelatore di qualcosa di più ambizioso?
«Non si è fatta la necessaria attenzione alla rivendicazione di Fratelli d’Italia sul ministero della Cultura. I nomi che circolano fanno una certa impressione. Perché, se guardiamo bene, loro sono poco interessati al 28 ottobre 1922, ma lo sono a D’Annunzio, a Marinetti, al nazionalismo, alla Carta del Carnaro, a Fiume, al futurismo. Elementi di rottura del vecchio ordine, ma che alla fin fine si ricollegano al tradizionalismo, alle radici del conservatorismo aggressivo, alle tradizioni religiose e politiche più reazionarie. Tutto questo denota la tentazione di una restaurazione del tradizionalismo attraverso un regime di novità futurista. Non è un caso che questi primi segnali trovino fertile terreno in quelle culture territoriali legate alla storia naturale: la cultura del maso chiuso e della tarantola…».
Il contesto internazionale non scoraggia la cultura del maso chiuso?
«Attenzione alla novità: sta risorgendo il bisogno di ideologie. Nel congresso del Partito comunista cinese, nel passato concentrato sull’economia e sullo sviluppo, è tornata la dottrina, il marxismo, la revisione e l’attualizzazione del comunismo, il lavoro di qualità, l’innovazione e la tecnologia. E quanto a Putin mica crederemo che la sua sia stata semplicemente un’operazione difensiva contingente? C’era anche questo ma tutto è finalizzato alla creazione di una “Internazionale” euro-russa».
Putin è tante cose…
«Putin è soprattutto un reazionario. Che cerca di creare una “Internazionale dei reazionari nazionali”. Ecco dove potrebbe crearsi un anello di congiunzione con l’esperimento italiano. Non mi stupisco che i reazionari italiani siano putiniani: Putin ha rotto con tutta la storia rivoluzionaria che ha dato vita al regime sovietico e post-sovietico di Gorbaciov. In Italia questa deriva conservatrice dovrà essere contrastata dalle forze democratiche più sensibili. E dal sistema dell’informazione, destinato a diventare il punto più esposto se il disegno di questa nuova destra andrà avanti».
Salvini e Berlusconi?
«Sono ininfluenti e la difesa di alcuni loro interessi è davvero meschina. Ma si può ragionare intorno al dilemma se il Ministero di Grazia a Giustizia possa aiutare o no la soluzione delle code giudiziarie di Berlusconi?».
La Stampa, 19 ottobre 2022
4 Comments
Forse non capisco del tutto quello che sostiene Formica, ma io la vedo così:
https://ilquadernodiet.blogspot.com/2022/10/war-games.html
Sarò schematico, però …
Formica l’ex ministro socialista di un po’ di tempo fa dice che difronte all’elezione di Fontana come presidente della Camera dei Deputati il PD tace, ma, come al solito mente per screditare quest’ultimo. Ecco qui di seguito la prova
“Peggio di così nemmeno con l’immaginazione più sfrenata. L’Italia, non merita questo sfregio”. Così Enrico Letta commenta su Twitter l’elezione di Lorenzo Fontana a presidente della Camera.
A parte le dichiarazioni, secondo un vecchio socialista sconfitto dalla storia umana, cosa dovrebbero fare i dem? Non riconoscere l’ elezioni dei due presidenti di camera e senato? Scendere in piazza gridando al fascismo? Non credo che personaggi politici, come il suddetto, possano aiutare a difendere la democrazia rappresentativa attuale, anzi contribuiscono ad affossarla. Naturalmente Questo è il mio pensiero su l’ex ministro socialista formica e capisco che ci sia chi invece pensa a lui come un farò che dovrebbe orientare le navi della politica italiana, in particolare quella del PD, ma peccato che quella del PSI da lui guidata si sia già arenata definitivamente. Io penso che i vecchi, Come me, dovrebbero indicare, con umilta’ e gentilezza, alla gioventù i propri errori e non la strada da percorrere, fino a quando sfortunatamente non si esce di senno.
Serena giornata a chi legge Antonio De Matteo Milano .
Nessuno reagisce, tutti dormono, i matusalemme biechi e reazionari ben foraggiati da altri peggiori e più potenti di loro si sono alleati con dei giovani arrivisti cinici, senza scrupoli e senza morale, foraggiati dalle stesse fonti.
E tutti zitti, con qualche triste voce clamando in deserto.
Dappertutto questa musica reazionaria risuona, una vera involuzione antropologica.
Solo la cultura è civiltà, ma ogni civiltà può imbarbarirsi per CONTAMINAZIONE, in un attimo.
Non si preoccupano neanche di salvare le apparenze.
Liana Carnevali
Comincia una nuova era e forse difficile per la nostra Repubblica Italiana, democratica ed antifascista. Il nuovo capo del governo è per la prima volta una donna, proveniente da un partito di destra post fascista che mai era stato al governo del nostro paese, come già successo con i post comunisti negli anni passati.
Il nuovo arrivato ha giurato comunque, in data 22/10/2022, fedeltà alla Nostra carta costituzionale. Sul link allegato potete leggere alcune informazioni sui protagonisti del nuovo esecutivo. Grazie per l’attenzione e buona giornata a chi legge Antonio De Matteo Milano
Governo Meloni, chi sono i nuovi ministri.
https://tg24.sky.it/politica/2022/10/21/governo-meloni-ministri-lista