Il padre di Bobo: «In Afghanistan abbiamo un fatto un casino. Nel 2001 eravamo dubbiosi sull’intervento ma conoscendo la situazione d’infamia di quel paese, all’idea che una presenza armata aiutasse avevamo creduto anche noi».
La sinistra all’epoca di Draghi: ««D’Alema e Renzi sono i politici che hanno fatto più danni alla sinistra. Ora serve un vaffa al vaffa e un progetto più convinto».
Quando eravamo comunisti credevamo a bugie spaventose, sull’Urss, sulla Cina e poi sull’Albania. Lasciai tutto quando il mio partito mi vietò di mettermi con la ragazza di un altro».
«In Afghanistan abbiamo un fatto un casino. Nel 2001 Bobo era dubbioso, anzi contrario all’intervento voluto da Bush, ma conoscendo la situazione d’infamia che viveva quel paese, all’idea che una presenza armata in quella zona potesse aiutare lo sviluppo della democrazia un po’ ci avevamo creduto anche noi. Oggi è una situazione dolente, terribile».
Quando a Sergio Staino esce il “noi” intende Bobo, sua creatura satirica da quarant’anni, il militante pci-pds-ds-pd sempre scettico nei confronti del partito, e sé stesso, di cui Bobo è alter ego, o forse viceversa. «Ma non sono d’accordo con Enrico Letta che ora dice che è stato sbagliato l’intervento del 2001. Il vero ministro degli esteri dell’Italia del centrosinistra resta sempre Emma Bonino». È un complimento alla leader radicale ma anche una cannonata a Massimo D’Alema, ministro degli esteri del secondo governo Prodi. Staino, che pure è stato renziano ma ora è pentito, non lo ama: «D’Alema è il politico che ha fatto i danni peggiori alla sinistra italiana della fine del Novecento. Renzi quello che li ha fatti negli anni Duemila».
Prima di passare alle spiegazioni, il contesto: la conversazione si svolge a tappe, Staino è in giro nel sassarese, Alghero e caraibici dintorni, al bel festival «Dall’altra parte del mare», per presentare il suo libro Storia sentimentale del Pci (anche i comunisti avevano un cuore (Piemme). Il racconto non è precisamente agiografico. Ha passato gli ottanta ma se ne infischia. Ma ha quasi del tutto perso la vista e quando firma i libri disegna il suo Bobo a memoria, assistito dalla sua elegantissima e amatissima Bruna, la moglie che – vedremo – lo ha salvato dal comunismo.
Il senso della tua storia è: “facevamo schifo”. Cioè credevate nell’Urss solo perché eravate ignoranti. È possibile?
In realtà volevo scrivere una storia affettuosa, nata dal fatto che voglio bene alle persone che facevano parte di quest’area. E mi sembrava anche bello partecipare a questa commemorazione importante per la storia dell’Italia e per l’Europa, la nascita del Pci nel 1921. Però è venuto fuori un filo rosso che conduceva immancabilmente a sottolineare la non giusta causa per cui è nato il Pci. La scissione ha provocato grandi danni e non essere riusciti a ricomporre la frattura con il Psi ha portato alla crisi che dura ancora oggi. E alla fine oggi è difficile dirsi comunista, devi mettere mille virgolette, “comunista italiano”, “che ha dato l’addio alla dittatura del proletariato”, “che si riconosce nella democrazia e nella Costituzione”, “che crede nelle riforme”. Io sono anarchico riformista. Ma sono sicuro che se fossi stato a Livorno nel ‘21 sarei stato con quelli che sono andati con la Russia e con Lenin.
Hai fatto di meglio. A un certo punto sei entrato anche nel Pcd’I-ml, il Partito Comunista d’Italia marxista-leninista.
Mio nonno mi raccontava che in Urss legavano le viti con le salsicce, per dire quanto benessere avevano. Se chiedevi a Joyce Lussu della Cina lei ti rispondeva che lì c’erano c’erano alunni per ogni classe. Voglio dire che all’epoca credevamo a bugie spaventose. Quando ci siamo resi conto che la rivoluzione in Italia il Pci non la voleva fare, e abbiamo visto che l’Urss non era quello che pensavamo, ci siamo rivolti alla Cina. Poi la Cina si è accordata con Nixon e allora ci siamo rivolti all’Albania come faro del socialismo nel mondo. L’Albania ragazzi, abbiamo creduto nell’Albania.
Non tutti hanno creduto all’Albania, Staino.
Certo, i “revisionisti” no. I sinceri rivoluzionari sì.
Presto saresti diventato un autore satirico. Non ti veniva già da ridere?
Infatti dopo ho inventato Bobo per autoanalizzarmi. E mi hanno anche pagato.
Ma sei stato salvato dal comunismo dall’amore per tua moglie Bruna.
L’ho vista a una festa e me ne sono innamorato subito in un modo terribile. Ma era la ragazza di un compagno peruviano. E il Pcd’I-ml ha detto no, vietato cambiare fidanzata. Un no ufficiale. È chiaro che poi quando sono riuscito a portarla a letto ho avuto sette giorni di impotenza perché sul mio povero pisello c’era il partito, la mamma, la chiesa, l’altra moglie, l’altro marito, l’Albania.
Intanto diventi autore di satira e pubblichi su Linus del grande Oreste del Buono. Fino a che Emanuele Macaluso, da direttore dell’Unità, ti chiama. Macaluso: quello che voi consideravate la “destra comunista”.
Quando mi chiamò non potevo crederci: la persona che mi sta più sui coglioni a sinistra mi chiama all’Unità? E invece ha insistito, mi ha mandato una persona meravigliosa, Carlo Ricchini, di La Spezia (caporedattore storico dell’Unità, ndr). Io gli dicevo “non posso, ma capite che Bobo è un portatore di dubbi laici? Non posso fargli illustrare le direttive del comitato centrale del Pci”, ma Macaluso offriva libertà totale, una striscia grande, riquadrata, la domenica quando l’Unità tirava 700mila copie. Anche soldi. “Ma io parlo male di voi!”, “È quello che vogliamo”, rispose Macaluso. Feci le prime strisce talmente cattive per non farmele pubblicare. Me le hanno pubblicate tutte. Macaluso voleva levare l’ecclesia, il dogmatismo, trasformare il Pci in un partito in cui ci si confrontava. Mi ricordo c’era una striscia in cui Molotov diceva che i russi quando facevano la vodka per l’Italia pensavano a Berlinguer e gli veniva male. Adesso non fa scandalo ma all’epoca era dura prendere in giro il segretario del partito sul giornale del partito. E poi faceva scandalo nei partiti fratelli. Quando feci il “Nattango” (un numero dell’inserto satirico Tango col segretario nudo in copertina che balla agli ordini di Craxi e Andreotti, ndr) Natta mi raccontò che i compagni tunisini gli avevano chiesto se l’Unità era ancora in mano al partito.
Con D’Alema direttore non è andata benissimo, l’ha già detto.
Quando l’Unità era in crisi ed era stato chiuso Cuore (inserto satirico dal 1989 al 1996, ndr), Michele Serra era amato da tutti i giovani progressisti. Io lo convinsi ad accettare la direzione dell’Unità. Sono andato da D’Alema e gli ho detto: “Ho una grande notizia, Serra è pronto a fare il direttore del giornale”. Lui guardando verso il cielo: “è la proposta più deleteria che mi sia stata fatta sull’argomento. Michele Serra non saprebbe dirigere neanche sé stesso. Ho io la persona giusta”. Era Mino Fuccillo, risulta che abbiano festeggiato tre giorni la sua partenza da Repubblica.
E poi Matteo Renzi, il segretario che ti ha messo alla direzione dell’Unità. Perché hai accettato?
Purtroppo ho accettato, tutti i compagni che mi dicevano ‘ma che c.. fai, quello ti inc…” ed è stato così. Ma lo sapevo, ma volevo verificare, non credevo che non era possibile far uscire il giornale dalla crisi. Era giovane, simpatico. D’Alema non mi ha parlato per tre mesi per una vignetta. Renzi invece era diverso, magari ti rispondeva cose tipo “stai sereno”. Una volta a cena con Roberto Vecchioni, arrivò in ritardo e ci spiegò che alla presentazione di un suo libro aveva detto che Dante era di sinistra. Io fo: “se poi lo confronti a te, anche parecchio di sinistra”. Tutti a ridere, lui si gira e fa “Bella Sergio, bella, la posso mettere su Facebook?”. Uno del Pci si sarebbe offeso.
Che impressione ti fanno le feste dell’Unità senza l’Unità?
Mi invitano raramente, mi dicono che siano feste tristi con vecchi compagni nostalgici che cercano di tenerle in piedi. Più che feste dovrebbero fare scuole, per ricominciare a capire cos’è fare politica.
Che può inventarsi la sinistra nel governo Draghi?
Non so se avere Draghi sia un merito di Renzi, ma il fatto che ci sia lui è un gran bene per l’Italia e per l’Italia in Europa, e mi sembra splendido anche il rapporto che ha instaurato con una persona di cui mi fido molto come Sergio Mattarella. Quanto al Pd io ho un fortissimo dubbio. Non mi riconosco in questa fissazione su Giuseppe Conte. Lo considero meno che zero, una persona senza personalità, senza cultura, senza idee, un improvvisatore, un temporeggiatore.
Il Pd non dovrebbe allearsi con i grillini?
Il “vaffa” è la morte della discussione, del confronto. Fra l’altro conosco Grillo da quando era un ragazzo, veniva ospite ogni stagione al teatro Puccini di Firenze quando ero direttore. C’era un abisso fra le cose che diceva e il suo modo di vivere, fatto di opportunismi. Anche dal punto di vista monetario.
E allora come vede il futuro del Pd?
Su Letta cominciano a nascermi dubbi, glieli ho anche espressi, gli ho scritto. Dovrebbe prendere più distanza dai Cinque stelle, non è bene farsi vedere così vogliosi di lavorare con loro, o per lo meno inserire questa voglia in un progetto politico in cui si dice chiaramente si vuole superare il populismo. Anche la scelta di Siena, che io da buon militante difenderò, non è stata felice. Doveva mettere uno come Gianni Cuperlo, avrei preferito che girasse metro per metro l’Italia per vedere lo stato del partito e inventarsi delle soluzioni più convincenti delle Agorà.
Non le piace nessuno?
Ci sono dei buoni democristiani con cui vado d’accordo. Per esempio Dario Franceschini, il ministro della Cultura, è una persona con cui si parla bene, vorrei progetti più coraggiosi ma non mi lamento. Ho fiducia in Peppe Provenzano e Andrea Orlando, ma vorrei che avessero tutti e due più coscienza di un progetto sulla sinistra. E dovrebbero ascoltare di più i socialisti.
Staino, i socialisti?
Sì, i socialisti. Rino Formica. Nel mio cuore ha preso il posto di Macaluso.
34 Comments
Caro Sergio
condivido gran parte delle cose che dici in questa intervista. Io ho fatto per oltre 40 anni lo stesso tuo percorso di partito dal PCI in poi.
Tu dici di essere stato Renziano, io invece sono rimasto Renziano ma se vuoi anche prima che nascesse Renzi perchè il modo di fare politica che io concepisco, pur essendomi adeguato troppo spesso (purtroppo) alle direttive e ai flussi del partito, era ed è fondato sulla concretezza, sulla solidarietà attiva, sulla lungimiranza, sulla progettualità, sul Riformismo, contro ogni tipo di populismo e assistenzialismo passivo.
Ci siamo confrontati già altre volte ma ora insisto, non è giunto il momento di fare una riflessione più seria e serena che prenda le distanze dalla tua convinzione che “Renzi è (insieme a D’Alema) il politico che han fatto più danni alla sinistra”? Affontando con serenità un giudizio più positivo e costruttivo che oggettivamente non porta a questa conclusione?
Tutto questo al netto della vicenda de l’Unità, in cui anche io ero incazzato a morte quando ha chiuso, pur nella consapevolezza, per quello che conoscevo, che quel giornale era veramente in crisi e non poteva andare avanti. Voglio segnalarti, a tal proposito, solo una cosa: insieme ad altre 10 persone circa facevo parte del direttivo della sezione ( mi piace ancora chiamarla così) del mio Comune, per decenni sai quanti di questi compravano l’Unità tutti i giorni? solo io e (forse) un’altro. E se la vogliamo dire tutta ero anche deriso perchè sostenevo il giornale. E stavamo nel gruppo dirigente del partito.
Ma di cosa parliamo? Lasciamo stare …
Io non sono mai stato un accanito sostenitore del “culto della personalità” ma un sostenitore della competenza, della lungimiranza, della capacità di saper PIANIFICARE la Politica, Sì. E Renzi, che tu ci creda o no, questo è. E lo riconosco pur non provenendo da quella area “democristiana” da cui proviene lui.
Ma perchè ostinarsi a non riconoscere che le cose più di “sinistra” fatte negli ultimi 30 anni le abbiamo viste nel periodo di governo Renzi? Ma perchè è e si pone “antipatico”, “arrogante”, “ambizioso”? Ma un leader politico, che passi alla storia, non si riconosce perchè racconta bene le barzellette, ma perchè nella sua “arroganza”, affronta e risolve questioni che riguardano la POLITICA con in grande non solo la P. Tu stesso riconosci il passaggio a Draghi, ma chi l’avrebbe fatto “strategicamente” se non ci fosse stato Renzi, e se mi permetti tutta Italia Viva?
Ma mi vuoi dire negli ultimi decenni chi ha avuto ed ha capacità politiche riconoscibili? Noi abituati a ragionare di questo dovremmo parlare con serena oggettività. Errori? Se ne sono fatti a vagonate e Renzi non è escluso da tutto ciò, ma da questo a preferire gli inconsistenti, incompetenti, buoni a nulla dei 5stelle, pur di fare dispetto a Renzi, se mi permetti è il livello più infimo che una storia come quella del PD, compreso i passaggi del passato, poteva fare. E’ una pura vergogna.
Un abbraccio
Gianni Moscatellini
Caro Gianni,
naturalmente non sono d’accordo in nulla con te. E’ chiaro che Renzi è furbo e capace di utilizzare obiettivi di sinistra che la nostra sinistra attuale lascia spesso cadere finendo nella superficialità e nel populismo ma l’uomo è brutto dentro e quando uno è brutto dentro, come ad esempio è brutto Beppe Grillo, può anche agitare obiettivi di sinistra ma la sua pericolosità politica non cambia. Non cambia perché non ci crede, può allo stesso modo promuovere una giusta eliminazione della seconda Camera e al tempo stesso può andare a braccetto, presentandolo come rinascimento, di un dittatore che finanzia sottobanco i talebani. E’ vero che ho detto che i peggiori distruttori della sinistra sono stati fino al 2000 D’Alema e dopo il 2000 Renzi, ed è anche vero che si somigliano molto per alterigia e vanità. Però la differenza è sostanziale: D’Alema è un cazzone perché si sente il migliore di tutti mentre non lo è affatto ma si muove sempre credendo che quel che fa favorisca le classi subalterne. Renzi è un cazzone ugualmente vanitoso ma che si muove solo quando l’operazione che sta facendo porta acqua al suo mulino, spesso non mulino di partito ma strettamente personale. Tutto qui. E’ duro da accettare, lo so, ma forse un giorno te ne renderai conto perché mi sembri una persona sostanzialmente onesta e che non si picca su certe convinzioni solo per vanità.
Un abbraccio,
Sergio
caro Sergio
mi rammarico di questa tua riflessione ma questa non è POLITICA è tutta un’altra cosa. Ha ragione Trotta, è “una narrazione trita e ritrita” e aggiungo stantia.
E se anche tu sostieni che “può andare a braccetto, presentandolo come rinascimento, di un dittatore che finanzia sottobanco i talebani”, beh!!! allora abbiamo veramente 2 concetti diversi di interpretare la Politica.
Tanti auguri
ciao
Gianni Moscatellini
Caro Gianni,
il nostro Sergio da quest’orecchio non ci vuol sentire, tutto preso dai suoi rancori personali e da una narrazione scontata, trita e ritrita.
Tu parli di politica e lui no. Tu argomenti e lui spara sentenze.
Ormai la storia ha dimostrato chiaramente che hai ragione tu e non lui, ma non basta.
Se la sinistra non vince mai, è proprio per questa incapacità di dare ragione alla storia.
Si preferisce darla all’ideologia, anche se non è più quella dell’Albania di Enver Hoxha.
Sta prendendo un’altra cantonata storica: affidarsi a Provenzano e Orlando … incredibile!
E così il riformismo perderà di nuovo.
A proposito di Provenzano e Orlando, persone serie, volenterose e spero anche capaci benché il terreno in cui si muovono è molto difficile, aggiungo volentieri Gianni Cuperlo, Enrico Letta, Nicola Zingaretti, Dario Franceschini, Barbara Pollastrini, Sandra Zampa, Livia Turco, Elly Schlein, Stefano Bonaccini, il vecchio Bassolino, Guccini, Claudio Bisio, Gianrico Carofiglio e tutti quelli della squadra dell’Agorà di Letta. E poi Marco Bentivogli e Vecchioni e Manconi e Massimo Bray e Adriano Sofri e Dacia Maraini e Iaia Forte e Francesco De Gregori e Andrea Satta e Marco Vichi e Monia Monni, Emma Bonino, Giovanna Zucconi, Michele Serra, Fiorella Mannoia… Basta, sono troppissime le belle persone pronte a sacrificarsi per combattere le ingiustizie e le disuguaglianze sociali, non posso elencarle tutte. Forse come esempi bastano, che dici Ernesto?
Sergio
Non bastano no,
Metti insieme una improbabile nazionale “di sinistra” infarcita di persone lontanissime l’una dall’altra.
Cosa c’entra un riformista come Marco Bentivogli con Fiorella Mannoia, che ha votato cinquestelle?
O Bonaccini con Cuperlo?
E adesso Letta e Zingaretti, che hai criticato e critichi ancora, sono diventati esempi di riformismo?
Basta che non siano Renzi, il diavolo!
Chiedi a Franceschini cosa pensa di Renzi, in privato …
Scusa, ma l’analisi mi pare molto poco lucida e molto, troppo, passionale.
Non bastano no,
Metti insieme una improbabile nazionale “di sinistra” infarcita di persone lontanissime l’una dall’altra.
Cosa c’entra un riformista come Marco Bentivogli con Fiorella Mannoia, che ha votato cinquestelle?
O Bonaccini con Cuperlo?
E adesso Letta e Zingaretti, che hai criticato e critichi ancora, sono diventati esempi di riformismo?
Basta che non siano Renzi, il diavolo!
Chiedi a Franceschini cosa pensa di Renzi, in privato …
Scusa, ma l’analisi mi pare molto poco lucida e molto, troppo, passionale.
Pensavo di essere un vecchietto isolato ed impertinente con una “Passionaccia” per la politica, invece devo constatare di essere in buona compagnia soprattutto in questo blog. Persino chi ha scritto, a carattere cubitale,una pagina per la storia umana è più impertinente di me. Facciamo (faccio ) la classifica dei pertinenti alla categoria degli impertinenti presenti su questo blog. Partiamo dal capo Sergio Staino e continuiamo con il vice capo Trotta Ernesto, poi il vice del vice Antonio De Matteo ed a scalare, come vici o parenti di quest’ultimi, Gianni Moscatelli, Gianni quello del PD ( scusate non mi ricordo il cognome, ma non è Cuperlo) ed infondo in fondo alla classifica anche Marco l’imprenditore che però non ha mai detto il suo nome,ma ha votato il vecchio ed importante PCI. Vedi, caro Massimiliano Croccò. Tu che sei un giovane scrittore che ogni tanto rispondi e colloqui con i Suddetti vegliarti ( vedrai qualcuno di loro sì incazzerà a leggere queste mie righe) fammi una promessa:scrive nei tuoi libri di aver conosciuto una categoria di persone “infettati” da una grande “passionaccia” politica che hanno riscritto (ovviamente chiedendo scusa all’ autore) una strofa dell’ immensa poesia di G. Leopardi “a Silvia”, come segue. “ Tu misera non Cadesti : ed anche se con la mano mostravi di lontano
La fredda morte ed una tomba ignuda, non hai spaventati i vegliardi del blog di Sergio Staino che continuano a sperare di cambiare il mondo facendolo diventare più umano, più solidale, più giusto più democratico.” Noi vecchietti caro Massimiliano siamo sempre pronti però a difendere i suddetti valori.Ti do uno “spuntino” con un esempio capitato ieri a me.
Durante il ritrovo del sindaco uscente e candidato futuro al Comune di Milano, Beppe Sala, per il centro sinistra,i soliti e sparuti provocatori del centro destra della zona, camuffandosi da “agnelli” sono venuti ad attaccare e provocare,sul prato del parco della torre a MI, il Nostro candidato, del centro sinistra, coadiuvati dai nostri che contestavano alcuni riforme della giunta uscente. E’ bastato,però che io, dopo aver preso la parola ,dicessi : Grazie signore Sindaco per quello che ha fatto e farà, per scatenare un mare di applausi che hanno allontanati i provocatori e rincuorato il nostro Beppe Sala. Non arrenderti mai caro Massimiliano: noi vecchi non lo facciamo. Un caro saluto a tutte e tutti ed un caro abbraccio a te caro Massimiliano, come rappresentante tra i migliori della classe politica degli essere umani che sostituirà noi vecchi. Antonio De Matteo Milano
Caro Antonio,
sono felice che ti piaccia il nostro amico Massimiliano Crocco, è persona capace e sensibile.
Sergio
Sergio ha parlato.
Come Mosè, come un santone, che non ha bisogno di argomentare nulla.
Enuncia. Declama. Condanna.
Poco interessato alla realtà dei fatti, che smentiscono le sue sentenze.
E dire che è già passato attraverso una fase di totale subalternità all’ideologia.
Ma non si impara mai abbastanza.
Ora apprezza moltissimo ciò che Renzi sta facendo, ma non vuole dirlo, preferendo rifugiarsi dietro figure improbabili, mezze tacche della politica, che però lo imbarazzano di meno.
Io insisto, come Gianni, a guardare la realtà senza veli né pregiudizi.
Se abbiamo Draghi il merito è tutto di Renzi.
Letta è drammaticamente inadatto al ruolo.
I Cinquestelle sono una sciagura.
Il nemico è il populismo.
Il futuro non è Orlando (né Provenzano).
E Formica ha la sua età.
Speriamo non ci vogliamo anche adesso cent’anni per capire cha aveva ragione Turati.
Ringrazio tantissimo Antonio per le parole di affetto e di stima, e per i tanti stimoli che mi offre.
Personalmente io rimango uomo “di partito”, di quelli che si tesserano e non si sognerebbero di lasciare la nave neanche in tempesta. Però sono spesso confuso di fronte all’immaturità del partito.
Una comunista facente parte degli “eretici” del Manifesto (purtroppo non ricordo chi..) diceva che da ogni manifestazione, o lotta – anche di una giornata – bisognava “portare qualcosa a casa”, altrimenti era tutto inutile. Bè, credo che questo sia il riformismo.
A me Renzi è piaciuto, ma poi non più. Non mi piace come spessore culturale (ma magari è una percezione) e come modo di esprimersi quando ha rappresentato l’istituzione. Però è vero : noi di sinistra non possiamo permetterci di guardare alle “simpatie” del nostro cuore ; noi “dobbiamo portare qualcosa a casa”. Per la nostra coerenza, e per la gente – soprattutto! – .
A me, dunque, di Renzi manca qualcosa sicuramente, del Renzi del 2014 e dell’ultimo, concreto e razionale, antimassimalista, della questione legge Zan e della spinta verso Draghi : di quest’ultimo la concretezza riformista, del primo (2014-2015) una cosa molto pratica (e la più riformista possibile in democrazia) : il consenso. In quella stagione abbiamo potuto essere lì e lavorare, decidere, provare a cambiare il paese.
Queste cose mi mancano da morire. La sinistra non riesce più a vincere. Ho tanta paura che non ce la faccia neanche nei prossimi anni, paura anzi terrore.
In questo senso a volte ho pensato : ma perchè non riproviamo con Renzi? A me non piace la persona, però da sinistra non posso non amare alla follia il “fare risultati” !!
Dico questo perchè a volte mi sento politicamente “disperato” e, chiedo scusa se mi ripeto, provo una enorme paura di una futura, lunga subalternità alla destra.
Quindi non posso “scegliere” tra le posizioni di Sergio e di Ernesto o Gianni. Ho visto con dolore tanti amici allontanarsi dal Pd all’epoca del Jobs act e della questione dell’art.18, però non posso non stare anche con Ernesto, perchè il vero dolore dell’uomo dì sinistra deve essere non poter sollevare, con “i risultati” (le riforme) , la gente dalla propria sofferenza.
Vedo Letta, che stimo da sempre come uomo di cultura e privo di qualsiasi volgarità, fragile come una canna. E dunque anche se ho considerato tante volte volgare o linguisticamente spiccio Renzi, non posso che rimpiangere quella possibilità che ci offrì di vincere. Purtroppo bisogna essere machiavelliani : qui ed ora, se non si vince, non si è serviti a nulla. E a sinistra non possiamo permettercelo.
Ripeto, lo dico pur convinto che, ad esempio, ci sia un abisso (per il mio modo di vedere) tra le personalità culturali di Cuperlo e di Renzi.
Ma purtroppo, come dire, nell’era dei tweet veloci e di facebook, di “questa” politica tritacarne, serve un Renzi. Servirebbe anche a noi.
Ringrazio ancora tanto Antonio e anche Sergio per le parole che mi hanno commosso.
Un abbraccio a tutti
Massimiliano
Ah…dimenticavo però una mia personale opinione su un, come dire, “massimalismo delle alleanze” di cui soffre, stavolta, Renzi, e da cui sono scevri, invece, il Pd, Letta e – prima di lui – Zingaretti.
I partiti cambiano. E noi abbiamo – anche sempre per il vitale discorso di poter essere maggioranza per lavorare al governo – un enorme bisogno di quella galassia pentastellata iluminata e illuminista – che, peraltro, ho trovato finora soltanto in tanti miei amici, difficilmente negli eletti alle Camere. In ogni caso questo “mondo” c’è. E tanti elettori 5s erano “disperatamente populisti” perchè si sentivano orfani di partiti “popolari”. Io credo che la fine dell’insulto quotidiano da parte del popolo 5s nei confronti del centrosinistra (hanno capito che solo il centrosinistra ha una cultura polìtica e istituzionale tale da “metter tra parentesi” le terribili offese e provare a lavorare per il paese) può portare anche le “masse” che li hanno scelti nell’urna a cambiare.
Tanti amici con cui non riuscivo a parlare più da anni (non esagero il tempo cronologico) li ho finalmente ritrovati, non ho più paura di loro, delle loro parole magari urlate.
Un riconoscimento di rispetto tale è accaduto già col Conte2, al di là dello spessore dei ministri 5s, che faceva scadere quello del governo. Si è dato inizio ad un “parlare insieme” che può avvenire solo con la base del partito che nel 2018 ha avuto il 32%. Ora è sceso vertiginosamente…ma…chi si dovrebbe e potrebbe recuperare al tentativo di conversione riformista, quelli che da 5s son passati a Lega o a FdI della Meloni?
In questo vedo un antimassimalismo “elettorale” di Letta e Zingaretti, mentre Renzi, in questo caso, lo vedo inseguire un antipopulismo “di testimonianza”.
Scusate, vorrei dire a Renzi, ma con chi dovremmo cercare di formare un “polo maggioritario”, avendo ora con Leu e Iv forse il 26%, se non con il movimento (da me odiato fino alle fibre del mio essere fino alla “chiamata” di Renzi – appunto! – per il Conte2) attualmente guidato da Conte, che almeno per quel che so e che ho vissuto intorno a me, aveva attirato a sè tanti, tanti delusi di sinistra?
Lo dico perchè ne conosco tanti.
Certo, il problema è complesso : il m5s ospita, dall’origine, tanta rabbia fascista e qualunquista, tanta sottocultura popolare.
Ma che fare, allora?
Non cercare nemmeno di coinvolgere i “migliori” di una galassia variegata e – sì, certo – ambigua?
La mia ossessione sono sempre i numeri.
Come vincere le elezioni?
Per questo in questo caso vedevo nel pragmatico Renzi uno scivolamento – peraltro lodevole, soprattutto da chi è “militante” di sinistra – verso una “coerenza di testimonianza”. Pd, Leu e Iv come potranno aiutare ìl paese da soli?
Ma sono interrogativi che ho il grande piacere di affidare agli amici del blog.
Un bacio a tutti
Massimiliano
Caro Massimiliano, non bisogna commettere l’errore di sommare le percentuali dei sondaggi, molto volatili, e nemmeno quelle dell’attuale Parlamento, figlio di un’altra epoca.
Bisogna costruire una situazione nuova.
Il M5S è un fenomeno finito; restano gli elettori sbandati e delusi.
Molti non voteranno più, altri si rivolgeranno ad altre offerte politiche.
È per questo che bisogna cominciare a preparare la prossima legislatura, dal 2023; ed io auspico che Draghi possa restare come leader di uno schieramento il più ampio possibile, che si impegni a portare a termine i progetti europei, fino al 2026, mentre il Parlamento, con i partiti più responsabili, dovrebbe provvedere ad approvare alcune indispensabili riforme istituzionali.
Sembra fantascienza, ma è molto più concreto di quanto sembri.
Le alternative sono tutte desolanti, e buona parte degli italiani lo sa bene.
In ogni caso bisogna spiegarglielo…
Inoltre il mondo, l’Europa in particolare, si aspetta questo dall’Italia, ora che c’è Draghi a garantire.
Bisogna pensare in grande e non aver paura di osare.
Coraggio.
Caro Massimiliano,
come vedi in questa scena di vita noi, a questo punto meritevoli del titolo di diversamente giovani, un tempo tutti sostenitori di Matteo Renzi, il cavaliere di belle speranze, ora ci dividiamo. Guidati dalla “passionaccia politica”gestita dal proprio io, determinato, forte,prepotente, arrogante, ma portatore di ideali comuni, ora sembriamo nemici . Non è bello sentire sul palcoscenico attuale i protagonisti suddetti ,di questa commedia di vita, accusarsi a vicenda di arroganza, cattiveria,falsità, ignoranza, ma la vita non ha certezze, secondo me, e per questo è difficile da consumare. Noi vecchi (a me piace questo termine: e’ la medaglia al cammin di nostra vita che pochi possono esporre per parecchio tempo) non abbiamo molto da lasciare a voi giovani/e futuri/e protagonisti della nostra comunità, se non la nostra storia, le nostre esperienze, i nostri “ successi”, i nostri errori, ma alla fine credo che tutti possiamo convenire sulla seguente affermazione. La vita è un continuo compromesso tra le varie idee umane atto a trovare la migliore soluzione per vivere insieme nel migliore dei modi su questa terra e penso che ogni generazione, compresa la mia, lasci un mondo migliore per il futuro.Noi pensionati, Sergio, Ernesto, Gianni, io, in attesa di sistemazione, non credo che abbiamo trofei da esporre, anzi,per quello che mi riguarda, ho parecchie delusioni che mi opprimono, ma ci siamo impegnati nel vivere , ognuno a suo modo, ed ora a voi posteri, caro Massimiliano, L’ardua ,sentenza sul nostro operato, mentre a noi un meritato silenzio ci aspetta. Grazie a tutte/i per l’attenzione e, finché morte non ci separa, continuerò a scrivere e a leggere con grande piacere su questo appassionato ed attraente blog. Un affettuoso saluto a tutte/i ed un grande abbraccio a te Massimiliano con tantissimi auguri per la tua carriera da scrittore e la tua giovane vita futura. Antonio De Matteo Milano
Grazie Ernesto e Antonio per le vostre parole.
Sono d’accordo con l’affidarsi a Draghi per proseguire dopo il 2023 questa esperienza politica.
Antonio… basta leggerti, e leggere Sergio, Ernesto, Gianni, per rendersi conto del cuore e dell’anima da “maratoneti” della vita che possedete. Le vostre parole, blog, vignette, sono quanto di più giovane si possa auspicare, senza alcuna retorica, e per me leggervi è sempre una “botta di vita”.
Un abbraccio
Massimiliano
Vorrei aggiungere a tutte le considerazioni precedenti che una sinistra che, incapace di parlare di politica, si accanisce sull’orologio costoso di un ragazzo “renziano” (peraltro ricevuto in eredità dal padre scomparso prematuramente), è una sinistra che non merita di esistere, altro che di governare.
Fino a quando non ci libereremo di queste schifose scorie ottocentesche (già nel Novecento sembra va andare meglio …), tutti i nostri alati discorsi di strategie, analisi e prospettive politiche valgono meno della carta igienica e meritano di finire nel cesso della storia.
Nessuno si può salvare da tanta meschineria …
Spero che qualcuno voglia indignarsi con me: altrimenti resto indignato da solo.
Meglio solo che …
Ma cosa è successo? Non ho avuto la possibilità di seguire..
Ma già sono d’accordo con te, Ernesto, soltanto leggendo il sunto che ne fai.
Forse anch’io sono stato così, una vita fa, ma poi ho imparato che ero ridicolo.
Il nemico non è la ricchezza, ma la povertà (Olaf Palme, mi pare, vero?).
Forse lo sono stato non “in politica”, ma per uno dei tanti innamoramenti letterari che capitano nella vita, in quel caso verso Pasolini, e che ti fanno inforcare occhiali antropologici. Sempre nei confronti degli altri, ovviamente!
Ma sono pian piano guarito anche da quei paraocchi. (Non da Pasolini, che continuo ad amare).
Che dire? Spero non si ripetano più ridicolerie del genere.
Un abbraccio, Ernesto
Massimiliano
Ernesto, ho cercato sul web ed ho trovato la notizia. Ora ti capisco ancora di più e sono realmente indignato e profondamente addolorato.
Ho scorso l’Huffington e il Giornale, e visto la foto del ragazzo.
È veramente una cosa nauseante ciò che gli è stato riservato sui social, senza conoscere lui, la sua anima e la sua vita.
Da parte, ho letto, di una psicologa, poi! (Oltre che di Tomaso Montanari che non mi è mai piaciuto).
Sembra una “piega” di vicenda estiva, ma non lo è. Io credo che dal PD qualcuno debba a voce alta chiarire qual è il nostro concetto di lavoro, di merito, di benessere.
Il nostro concetto di benessere economico nella nostra griglia antropologica! Cioè in una società solidale quale noi auspichiamo, se un ragazzo mette da parte dei soldi con i suoi meriti lavorativi (o i suoi genitori per lui con i loro meriti lavorativi) e si acquista una Ferrari ha il diritto di godersela! Ma anche una persona che vince alla Lotteria!
Ed ha il diritto di dire la sua sul RDC, se pensa che sia una misura assistenzialistica!
Il PD deve cogliere la palla al balzo per sottolineare il suo liberalismo.
O vogliamo alimentare l’equivoco per cui, magari, secondo la sinistra un giovane che ha un rolex o una barca debba venderla per distribuire il ricavato ai poveri? Cito apposta, da cristiano, le parole di Gesù per sottolineare che neanche il cattolicesimo sociale si sognerebbe di dire una tale fandonia. Tutto ciò che riguarda l’ “intimo”, il privato, appartiene poi ad un’altra sfera e non deve essere, mai, messo in piazza o in politica.
Allora avevano ragione anche i berlusconiani quando tacciavano la sinistra di invidia verso il Cavaliere?
Spero che nessuno del Pd abbia fatto parte degli insulti ad un ragazzo di 21 anni, e che, se è successo, sia una occasione per i vertici di sottolineare con forza i nostri valori liberali e, come dire, “personalistici”, che non ledono minimamente il valore supremo della solidarietà (che è tutt’altra cosa da ciò che scrivono questi hacker).
Con sofferenza
Massimiliano
Le persone che dall’alto della loro ignoranza sventolano la propria intelligenza sono abbastanza comuni e sono le più difficili da affrontare, contattare,ma alla fine possono migliorare e quasi sempre succede. Basta guardarsi intorno per capire quanto è cambiato il mondo e quanto cambierà ancora.
Sono tanti coloro che usano il suddetto algoritmo, anzi per la verità dovrei dire che siamo in tanti, ma per evitare che qualcuno si offenda, dico solo che a me è capitato alcune volte, ne ho preso atto correggendo il tiro. Credevo nel comunismo e l’informazioni ed i fatti mi hanno dimostrato che sbagliavo. Non ho paura a confessarlo, anzi lo faccio con orgoglio. Non ho mai voluto fare il professore con la matita rosso blu e mi danno tuttora fastidio gli essere umani che attaccano e denigrano il proprio prossimo. So che le mie idee non sono perfette, anzi sono provvisorie, emendabili e sicuramente cambieranno strada facendo. Non mi ritengo “venduto o sprovveduto”, ma voglio essere libero di sbagliare professando le mie idee che con il confronto possono cambiare. Alla luce di quanto sopra scritto non posso che confermare quanto segue. Ognuno di noi può segnalare una direzione, un algoritmo per rendere più facile, più democratico e più solidale il cammin di nostra vita, ma alla fine non serve continuare ad offenderci ed a difendere a spada tratta il proprio pensiero. Se vogliamo stare insieme, noi del centrosinistra, e gestire il nostro paese dobbiamo assolutamente trovare un compromesso. Io sono disposto a parlare con tutti/e, ma è ovvio che non con tutti posso fare il compromesso. Chi dice che vuol governare il paese,con il centro sinistra, e poi pone una serie di veti nei confronti di parecchi partiti e movimenti politici, dovrebbe spiegarci come farà a vincere le elezioni e con chi. Io penso che col Movimento 5 Stelle di Conte, l’ex capo del governo, bisogna provare a scrivere un programma da presentare ai lettori insieme ai Verdi, a Leu, al partito radicale, a IV ed alle liste civiche. Non è pensabile vincere L’ elezioni politiche, come dice qualcuno, escludendo Il movimento cinque stelle, la parte che fa capo alla cosiddetta ditta del PD,( per capirci i vari: Cuperlo, Orlando, Zingaretti ecc.), salvo che non si voglia allearsi con Berlusconi a fine corsa o Salvini che lo sostituirà. Concludo dicendo che sono d’accordo politicamente,con Massimiliano Croccò, un po’ meno con Sergio ed abbastanza lontano da Ernesto Trotta e Gianni Moscatelli con i quali comunque bisogna convivere. Spero,che possa ricomporsi il centro sinistra del governo Conte che Matteo Renzi aveva fatto nascere e poi abbattuto.Non vedo altre strade per vincere le prossime elezioni. Comunque Sono pronto ad esaminare proposte concrete e basta con gli insulti gratuiti e anche quelli “acidi”. Tutti/e possiamo modificare le nostre idee e quasi sempre lo facciamo. I ragazzi e le ragazze del Movimento 5 Stelle lo stanno facendo, addirittura schierandosi contro il loro fondatore, Beppe Grillo, ed io voglio fare con loro un percorso insieme come abbiamo fatto e stiamo facendo. Buona domenica a tutti e tutte e che la pace sia con noi, visto che in questo momento la fortuna gira sulla nostra patria.
NB Grandi le ragazze della pallavolo che hanno sconfitto, anzi “stracciata”, la Serbia, nostra “nemica” vincente alle recenti olimpiadi di Tokyo, conquistando una medaglia favolosa e diventando campionesse d’Europa. Grazie belle ragazze!! viva la nostra gioventù !! da Un vecchio che vuole orgogliosamente percorrere L’ ultimo tratto del cammin di sua vita con la suddetta meravigliosa gioventù. Antonio De Matteo Milano
Caro Antonio
non è certo una offesa essere ” abbastanza lontano da Ernesto Trotta e me” è sicuramente una tua legittima opinione.
Sai qual’è il punto per me, con alle spalle una certa militanza politica? E’ quello che è vero che si deve puntare a vincere in una competizione elettorale, ma (l’esperienza insegna) non basta, se non è accompagnato dalla voglia e la forza di poter governare poi con oculatezza.
E allora, se è vitale vincere, come tu sostieni, perchè la famosa “ditta” quando si vinceva con Renzi (oltre a fare le cose), non faceva altro che boigottare, frenare, impedire ? Con Renzi non si era toccato l’apice della perfezione era però iniziato un percorso, sicuramente Riformista, che vedeva le forze di centro sinistra emergere nell’elettorato italiano mai successo nei decenni passati e si intravedevano gli obiettivi che Veltroni aveva annunciato con la nascita del PD.
Ora, caro Antonio, come nel gioco dell’oca, bisogna ricominciare. Ma non lo si può fare con i 5stelle, per quanto “bravi” (ma de chè?) siano diventati questi ragazzi. A questi mancano tutti i presupposti politici, culturali, etici, ma oso dire, anche elettorali che non hanno più. E’ il classico movimento “politico” che nasce (con un comico) e muore in un battito d’ali della storia, con una aggravante: nell’ultimo decennio hanno lasciato danni incomparabili in termini politici, etici, sociali ed economici, molti di più di quello che lasciò l’era Berlusconiana.
Ma allora che fare al punto in cui stiamo? Semplice, bisogna far passare l’onda. Il PD di Veltroni, con le sue ambizioni, non c’è più. Il percorso tracciato dalla dirigenza dell’attuale PD deve fare il suo iter seguento l’illusione 5stelle, si frantumerà sugli scogli della storia e ci sarà qualcuno che ricomincerà a costruire qualcosa per la sinistra italiana, che dovrà essere aperta alle sfide del futuro. Una nuova sinistra, però, non quella del ‘900.
Chi lo farà? Oggi stanno mettendo le prime pietre Renzi e Calenda, ma anche tutta un’area sempre viva e attiva, penso al movimento di Bentivogli e aree limitrofe, anche se non ancora emergenti. Un’area che fonda le sue radici nel Riformismo del 3° millennio, snobbata dalla attuale dirigenza PD.
Ma intanto perdiamo e facciamo dare le carte alle destre? Pazienza “è la democrazia bellezza”. Di queste vittorie, certa sinistra, negli anni, è stata un campione incomparabile.
Noi di Italia Viva, intanto facciamo le Leopolde per parlare di POLITICA costruttiva e non di retorica, correnti e potere da non poterne più. Facciamo le scuole di formazione politica con ogni anno sempre più giovani. Lanciamo progetti e proposte imponendo discussioni a dare risposte vere alla cittadinanza tutta. Insomma, se pur isolati, facciamo POLITICA. In futuro vedremo cosa avverrà…
Caro Massimiliano, non sò quanti hanni hai, mi pare di capire che sei un giovane. Se aspiri a fare politica ti suggerisco di ascoltare i 10 “twitter” menzionati da Renzi nel discorso fatto alla chiusura della scuola di formazione politica di Italia Viva https://www.youtube.com/watch?v=6klGWCsq4uM, ti potranno essere utili per una riflessione seria di come fare e si fà Politica, ma anche mettere a nudo cosa significa essere un leader.
Un caro saluto a tutti
Gianni Moscatellini
A proposito di Matteo Renzi come leader ecco un pezzo di intervista al sociologo e presidente dell’istituto di sondaggi Tecne’
Carlo Buttaroni. Spiega : «Renzi è una figura ormai ben conosciuta dall’opinione pubblica. Avrebbe tutte le caratteristiche del leader, ma è come se gli italiani si fossero vaccinati verso di lui. Il problema è il modo in cui si pone». Spazi elettorali nel centrodestra? «Uno spostamento di campo non cambierebbe la situazione», aggiunge Buttaroni, «sarebbe un gioco a somma zero: qualcosa può perdere e qualcosa può guadagnare, ma rimarrebbe sempre nella forbice tra l’1 e il 3%. Probabilmente avrebbe più mercato Calenda, proprio perché gli elettori ne conoscono meno le sfaccettature». Improbabili, poi, le prospettive per l’attuale leader di Italia Viva di guidare un eventuale blocco di centro nel centrodestra: «è troppo divisivo, difficile che qualcuno degli esponenti della coalizione voglia cedergli qualcosa».
Vorrei solo aggiungere che condivido l’intervista e mi dispiace che una persona preparata ed intelligente continui a pensare di rottamare il mondo attuale senza accordarsi con nessuno neanche con coloro che sono diventati famosi grazie a lui e che ora hanno deciso di crearsi un proprio partito. Esempio: Calenda candidato sindaco alle prossime elezioni comunali di Roma. Non solo, ma il suo appoggio a quest’ultimo nelle suddette elezioni costituisce un aggravante: da ragione a chi lo ha accusato di sbagliare e continua a farlo. Peccato: non esiste il leader divisivo. Buona giornata a chi legge Antonio
Insomma Renzi deve semplicemente sparire, annullarsi, evaporare.
E questo perché la sinistra non è capace di reggere il riformismo.
Lo fa a parole, a chiacchiere, ma all’atto pratico preferisce mezze figure, mezze calzette, gente senza visione né capacità manageriali (parole di Grillo riferite a Conte …).
Oggi Bettini cerca di spingere il PD su posizioni laburiste alla Corbyn: verso altre gloriose sconfitte …
Non solo non va bene Renzi, ma anche Draghi, è troppo bravo, troppo, decisionista, troppo concreto!
Meglio spedirlo al Quirinale ,dove potrà fare meno danni.
Continuo a ripetere che questa falsa sinistra è la rovina della sinistra, è contraria agli interessi dei lavoratori, lotta contro la storia e non fa che perdere e rovinare tutto quello che tocca.
Prima scompare e meglio è.
Sono volutamente molto tranchant perché sono stufo di essere comprensivo e perché credo che questo che passa sia davvero l’ultimo treno.
Dopo ci sarà solo un futuro che spero di non vedere (l’età aiuta …).
Caro Ernesto,
visto l’età mia e tua, ci troveremo in paradiso e vedremo, insieme a Sergio, che dovrebbe partire un po’ prima con i suoi 80 anni, che fine farà il senatore Renzi Matteo. Io penso però che quando sarà, il più tardi possibile, San Pietro non lo accetterà in paradiso: li non ci sarà da rottamare niente, non sono ammesse le correnti politiche e finalmente nessuno romperà più i coglioni con la destra, la sinistra ed il centro. Scusate la volgarità, ma dopo una vita passata a parlare degli schieramenti suddetti e visto anche l’età non sopporterei più nell’aldilà il martellamento dei cosiddetti. Pace e bene a tutti e tutte coloro che leggono ed un abbraccio a te Caro Ernesto , però non fermi ma in marcia. Antonio De Matteo Milano
Inutile confermare che sono chiaramente d’accordo con quello che ha scritto Ernesto, e aggiungo, facendolo senza troppo bon ton:
non c’è niente da fare, la sinistra che descriveva Ernesto, e tu Antonio ne sei la rappresentazione perfetta leggendo ciò che scrivi, è quella che guarda sempre il dito mai alla luna. E’ quella che fonda le sue certezze sui caratteri della persona, ma di contenuti, aggiungendo critiche e/o applausi quando ne vogliamo parlare? Ma è possibile che non sapete fare altro che attaccare un carattere personale?
E ripeto ciò che ho detto: un leader che passa alla storia non può essere “simpatico”, o meglio non deve dominare questo. L’arroganza potrà essere fastidiosa ma la POLITICA che vuole fare le cose si affronta con caratteri forti, e perchè no, anche antipatici, considerando la giungla in cui si è costretti a passare. Poi qualcuno racconterà, come sta succedendo a Renzi, di essere riconosciuto dopo che una massa di mediocri ha impedito il riconoscimento di certe cose nel momento in cui era necessario riconoscerle per cambiare il percorso della storia politica e economica di un Paese.
L’altra sera mi sono visto in tv il film Churchill, che illustrava le giornate prima dello sbarco in Normandia. Non bastava constatare il tipo di carattere arrogante e spigoloso del personaggio storico, lo era senza alcun dubbio. Antonio puoi chiedere all’eminente sociologo Carlo Buttaroni, che tu citi, se Churchill era un leader e ha fatto qualcosa di buono per il suo Paese, e non solo? Così tanto per capire.
Ma guardiamo avanti. Voglio riaccennare ciò che ho scritto qualche giorno fà rispondendo ad Antonio, ma non so per quale motivo non è stato pubblicato e se non si ritrova il testo non sò quale errore tecnico posso aver fatto nel confermare il commento.
Rispondevo ad Antonio che diceva che l’alleanza con i 5 stelle era inevitabile fare per contrastare le destre contestando a Italia Viva l’inutilità ad esistere per i suoi numeri (sondaggi (?)) mediocri.
Affermavo che in politica non bastano i soli numeri se poi non si ha la forza e la capacità a governare. Bene, l’attuale dirigenza del PD vuole fare questo percorso con i 5 stelle, lo faccia, è un onda che sembra difficile fermare.
Secondo il mio modesto parere prenderà l’ennesima scoppola, darà sempre colpa agli altri, e farà ripetere gli eventi degli ultimi 100 anni, oso dire da Turati ad oggi: farà vincere le destre. punto. Questa volta però sarà peggio del passato perchè lo farà con disonore non certo perchè sta sostenendo un progetto coraggioso e ambizioso e soprattutto Riformista. Lo fa per un semplice e stantio populismo becero e soprattutto immaginando di mantenere un potere che sa solo di poltrone.
Noi caro Antonio, con il ns 2-3%, come nel gioco dell’oca, ricominceremo a fare POLITICA, battendoci per un progetto RIFORMISTA, costruire una nuova Sinistra che guardi alle prospettive che il futuro ci sta ponendo, scrollarci di dosso quella sinistra del ‘900 fatta di errori e sconfitte, mandando avanti una scuola di politica con i giovani, progettando e proponendo cose utili e necessarie di cui i cittadini del mondo hanno bisogno, ricostruiremo un tessuto sociale intorno a questi perni. Utopia? Ognuno si meriterà l’utopia che vuole.
Un caro saluto
Gianni Moscatellini
Si, Gianni, diciamo che sono un “giovane”, con i mìei 44 anni. Non voglio entrare in politica, ho semplicemente la tessera del Pd e ne sono elettore e “militante” politicamente e culturalmente.
In ogni caso leggerò con interesse i tweet.
Personalmente, anche se non ho intenzione di lasciare il Pd – a cui auguro ancora vita lunghissima – ritengo che la sinistra in questo momento abbia un vitale bisogno di figure riformiste e antimassimaliste come Renzi, Bellanova, ma anche di persone come la Bonino e i Radicali, e di altre con la cultura e il percorso di Letta o il percorso travagliato di Staino. È possibile un nuovo Ulivo, come dire, dunque, senza le sinistre estreme che ne sono state le spine e la rovina? Io spero di si. E spero anche che si guardi alle enormi potenzialità del PD, anche in questi scontri. Il Pd è come un animale grosso e pesante che, purtroppo quasi di necessità, si insabbia in secche profonde, spesso, proprio per la sua “dimensione” di punto di riferimento riformista maggioritario, sicchè spesso pare davvero inciampare su se stesso, fino a sembrare un grosso animale morto, disteso e fermo a terra.
Il Pd deve crescere. Magari anch’esso con un altro leader meno “simpatico” o meno “garbato”, non so…
So che nei territori, per quanto mi riguarda (cioè a Napoli in un quartiere popolare) vedo un partito vivo e giovane, che si sta adoperando per Manfredi sindaco con uno spirito, ripeto, “giovanile” e senza schermi pregiudiziali. Le persone del circolo di cui faccio parte son rimaste in contatto con alcuni passati ad IV come se fosse – e lo è!! – la cosa più normale del mondo.
Sono contento di questo e vedo, come dire, che il “corpo” periferico e urbano del PD è molto più maturo della “testa” istituzionale e dirigente.
Riguardo ai 5s io ripeto quanto detto in precedenza : conosco degli elettori 5s (spesso divenutì tali per “punire il Pd” ” mi han detto proprio così) colti, aperti, probabilmente delusi dalla scelta che hanno fatto, ma comunque facenti parte di quella galassia che ora magari è enormemente confusa. Per questo ritengo errato escludere a priori un “aiuto” – lo chiamerei così – da quella galassia stessa, considerandone anche l’esperienza istituzionale che certamente li ha un po’ cambiati. D’altronde già si stanno scindendo, e questo porterà a rese dei conti “culturali”, diciamo così. Un “aiuto” da un’area proistituzioni ed europeista e non più anticasta potrebbe essere importante. Ma magari mi sbaglio, non so…
Ciò che so è che abbiamo un bisogno disperato di tutti gli “stili” politici, in questo momento, del forbito, dell’arrogante, del “tosto”, dell’eloquente, dell’antipatico. E sì, me ne convinco, abbiamo bisogno di chi si faccia strada “a carrarmato”, senza bisogno di simpatie e di “conferme del pubblico”, come Renzi.
Non ho cambiato idea su di lui, Sergio… è semplicemente che ho paura di star cancellandoci da soli dalla storia. Nei tg quasi non riesce a udire la voce del nostro segretario, per quanto è bassa e fievole. E a fine telegiornale ci si chiede : ma hanno fatto parlare anche uno del PD?
Perdonatemi, e perdonami, Sergio, la “battuta” probabilmente rozza e magari inefficace…ma è per “dire” la sensazione di “nebbia” e “nullità” che provo, a volte.
Poi, per il resto – dico ancora a Sergio – sai che sono orgoglioso delle battaglie (almeno annunciate) sullo ius culturae, contro l’omofobia e anche sul voto ai sedìcenni (cosa a cui tengo molto). Sono orgoglioso di infinite cose del PD.
Però ho paura di “lentamente morire” (Neruda, vero?).
Un grande, grande abbraccio a Gianni, Ernesto, Antonio e Sergio
Massimiliano
Il PD deve liberarsi al più presto dall’abbraccio mortale con chi lo vuole affondare.
E una certa parte della sinistra lo vuole affondare da quando è nato. Poi sono arrivati anche Grillo e i cinquestelle a dar man forte …
Ci stanno quasi riuscendo: non manca molto, anche se finora, di riffa o di raffa, un coniglio dal cappello del prestigiatore è sempre uscito.
Stavolta però non vedo né cappelli né prestigiatori, vedo solo conigli … tanti, troppi, e convinti di essere molto, ma molto, intelligenti.
Non lo sono affatto: sono solo dei conservatori travestiti, dei nostalgici attaccati a schemi ed ideologie novecentesche, … ed anche a privilegi e guarentigie pelosi ed anacronistici.
Per essere più chiari, mi riferisco a sindacalisti ormai fuori tempo, a magistrati drogati di potere, a intellettuali vanitosi, gelosi e spesso isterici, a docenti di ogni ordine e grado attaccati alla loro predella, a personale pubblico che vive di pane e burocrazia.
Gli esempi sono talmente tanti che non mi sforzo nemmeno di elencarli.
O il PD si libera di questa zavorra (interna ed esterna) o morirà, e con esso le speranze riformiste della sinistra sana.
Questo è il mio pensiero.
A proposito, allego un’analisi un po’ più completa e soprattutto un piccolo (e presuntuoso …) manuale d’uso per uscire dall’angolo:
https://ilquadernodiet.blogspot.com/2021/08/abbraccio-mortale.html
Ho letto dal Quaderno di ET, Ernesto, e mi trovo d’accordo con la tua analisi. È molto stimolante e necessario il discorso del “distacco dal Novecento”, dal 1921 al 2000, che proponi.
Spero che si apra una discussione su questo in sede di partito, perchè che il PD rimanga in vita, e respiri aria pura invece di rantolare, è veramente necessario per il paese.
Grazie sempre delle tue riflessioni.
Massimiliano
“La vita non si spiega, si vive”.
Così scriveva il grande taumaturgo, Luigi Pirandello ed io concordo. Inoltre io sono convinto che per far politica bisogna partire dai problemi della gente e cercare una soluzione accettata a maggioranza dalla comunità in cui viviamo. Mi interessano sempre di meno le prediche filosofiche ed astratte. Chi vuole fare proselitismo deve rispettare le idee diverse e partire dalle stesse per tentare un compromesso. Voglio confrontarmi con tutti/e per poi condividere a maggioranza. Odio le liste di proscrizione, che escludono a priore una persona, un movimento o parte di un partito, se non sposano la filosofia dominante del proscrittore. Cercherò di evitare, d’ora in poi il confronto con chi pensa di essere superiore e pronto, con giudizi ” acidi” e sopra le righe, ad etichettarti, , come “conservatori travestiti, legati ad interessi personali” o “santoni” della specie peggiore.
Niente paura: ognuno deve essere libero di scegliere la compagnia che vuole per continuare il cammin della propria vita in serenità, possibilmente senza offendere chi la pensa diversamente. Al governo della propria comunità ci andrà chi saprà ascoltare di più e troverà un compromesso tra le idee diverse condiviso a maggioranza. Chi non sarà d:accordo si preparira’ per sostituire quest’ultima. Credo fermamente nella suddetta democrazia rappresentativa e non cedo e non cedero’ difronte agli “insulti” che ho ricevuto, ricevo e riceverò, tipo ex comunista, fascista, conservatore mascherato, revisionista, venduto, ecc ecc; anzi afforzano il mio pensiero e continuo la mia battaglia, anche se ancora per poco, per la difesa della soledarieta’, la democrazia e la libertà cercando una soluzione ai problemi della GENTE. Dirò la mia prossimamente sullo Smart Working, ossia ” la condanna agli arresti domiciliari”. Pazienza se non potrò colloquiare con gli ex amici renziani. Buona giornata a chi legge Antonio De Matteo Milano
Ho letto dal Quaderno di ET, Ernesto, e sono assolutamente d’accordo.
E’ il lavoro che le vere forze Riformiste dovrebbero fare e soprattutto accelerare quanto più possibile questa analisi e percorso prima di arrivare alle elezioni Politiche del 2023. Un governo con Salvini e Meloni sarebbe veramente una grande iattura per il nostro Paese e le sinistre invece di giocare alle ripicche e dispetti dovrebbero impegnarsi seriamente a lavorare per un fronte lontano da ogni mediocre populismo a cominciare da quello dei 5 stelle e del suo inaffidabile e incompetente Conte.
Tempo fa avevo proposto una grande convention di analisi e discussione con tutte le forze Riformiste, chiaramente compreso l’intero PD che attraverso questo potrebbe dar vita ad un vero e proprio congresso di ricostruzione di una nuova sinistra che guardi al futuro e non certo al passato e lasciare i massimalisti di ogni risma in un ghetto isolato. Da questo lavoro sarebbe possibile tirare fuori anche il leader riconosciuto da tutti a guida di questo percorso.
Il percorso è in salita ma varrebbe la pena provarci.
Un abbraccio
Gianni Moscatellini
Antonio, Ernesto senza ombra di dubbio non intendeva “colpire” te con quelle definizioni, riferite ad alcuni della classe dirigente del partìto, non certo agli eletto ri o alla base.
Spero che riprenderai il più presto a scrivere.
Un abbraccio
Massimiliano
Confermo.
Tranquillo Massimiliano: continuerò a scrivere su questo blog per tutto il tempo che mi resta da vivere, naturalmente finché Sergio ci concederà Il privilegio e l’onore di utilizzare questo spazio. Io apprezzo e stimo tutti coloro che scrivono su questo sito, anche se non sempre sono d’accordo con loro. Noi siamo fortunati: viviamo in un paese dove regna la democrazia, la libertà e la solidarietà e tutti possono liberamente esprimere il proprio pensiero, ovviamente senza offendere nessuno. A volte tutti noi possiamo andare “sopra le righe”, soprattutto quando ci attaccano un qualcosa a cui noi siamo molto legati. I renziani, ad esempio, reagiscono in modo, secondo me, scomposto e”folkloristico” quando si critica il loro leader in modo pesante e spesso offensivo. Succede quindi come allo stadio: volano parole grosse che a volte possono trascendere la situazione, se non ci rendiamo conto di essere tra persone per bene, soprattutto oneste e democratiche.
Concludo dicendo: ben venga la discussione anche se qualche volta può essere troppo urlata ed un po’ odiosa. Comunque sono sicuro che le persone che frequentano questo blog hanno difeso, difendono e difenderànno la nostra grande e solida democrazia rappresentativa. Buona giornata a chi legge ed un abbraccio a te Caro Massimiliano, coetaneo di mio figlio, ed appartenente ad una gioventù alla quale volentieri e sicuro lascerò il mio testimone della staffetta del cammin di nostra vita. Antonio De Matteo Milano
Caro Sergio.
Io non capisco veramente il tuo giudizio su Giuseppe Conte. Posso capire che non ti piaccia, ma perché definirlo “senza cultura”? Un professore universitario che in Parlamento fa notevole sfoggio di cultura citando Federico II di Svevia e Habermas, lo definirei in tutti i modi tranne che privo di cultura…
Poi non capisco come non riesca a vedere come il reddito di cittadinanza (e le pensioni di cittadinanza) abbiano veramente per la prima volta cercato di aggredire il tema della povertà in Italia, forse la cosa più di sinistra fatta negli ultimi 40 anni, e aver cercato di spostare l’asse delle politiche del lavoro verso sinistra dopo lo scempio del Jobs Act.
Alla fine l’equilibrio PD-M5S credo sia una buona prospettiva per la sinistra del Paese, sempre più preda dei sovranismi di Meloni-Salvini.
E mi stupisce che uno che professava le bellezze del regime Hoaxhista sia arrivato a lodare Draghi…
Caro Giuseppe,
se con l’aggettivo “Hoaxhista” intendi il regime di Enver Hoxha e lo confronti con Draghi, quest’ultimo diventa un peso massimo della democrazia. Purtroppo in gioventù sono stato militante, anche se con molti dubbi e ne ho fatto ampia ammenda in seguito. Comunque non sono approdato a Draghi come dici tu ma, piuttosto, al PD di Enrico Letta che considero l’apparato politico migliore che abbiamo oggi in Europa e, quindi, nel mondo. Non ricordo invece dove ho parlato di Conte come persona “senza cultura”, se così ho fatto, mi correggo e mi scuso. Non so quanta cultura abbia Conte e non sono neanche convinto che la cultura si misuri con i titoli di studio. Comunque il mio pensiero corretto su Giuseppe Conte è che sia persona stupida, ambiziosa e politicamente incolta, un po’ come il Goffredo Bettini del PD, suo amico.
Ciao,
Sergio.
P.S.: Se non ami il mistero, mi piacerebbe sapere quanti anni hai e dove vivi.