Caro Sergio,
io non ho paura…dei mostri, ma degli uomini che si professano “di sinistra”. Ed anche molta. Perché oggi riflettevo sul fatto che anche l’impegno sociale e politico, e’ un lusso. Anche a sinistra. E soprattutto a sinistra.
io non ho paura…dei mostri, ma degli uomini che si professano “di sinistra”. Ed anche molta. Perché oggi riflettevo sul fatto che anche l’impegno sociale e politico, e’ un lusso. Anche a sinistra. E soprattutto a sinistra.
E’ un lusso potersi dedicare serenamente all’attività’ di partito.
Non possiamo più permetterci di informare la base tramite le piattaforme social.
Non possiamo più permetterci di fare ostruzionismo come i nostri avversari hanno fatto negli anni scorsi.
Non possiamo più permetterci di non aprire una vera fase congressuale di discussione e confronto.
Non possiamo più rimandare la nostra riflessione interna.
Non possiamo più pretendere la partecipazione se non si condividono le scelte e le linee.
Non possiamo più permetterci soprattutto di soprassedere e non ascoltare la base.
Non possiamo più permetterci di dare per scontato. Tutto quello che per scontato si e’ dato.
Non e’ una resa di conti. E’ bensì la necessita’ di un dibattito serio. Ma di un dibattito prima di tutto interno.
Allora oggi mi sono chiesta cosa significa essere di sinistra oggi.
Apparentemente, per chi come me, e’ cresciuto diffondendo L’Unita’ ed all’ombra delle querce della Festa de L’Unita’, e’ domanda semplice che prevede una risposta concisa. Senza se e senza ma.
Ma non lo e’ più per tutti. Nemmeno per quei Compagni e quelle Compagne che non riescono più a votare Partito Democratico. E sono molti. E lo sappiamo bene.
Questo e’ il nocciolo della questione: cosa significa oggi essere di sinistra e cosa e chi rappresenta e/o dovrebbe rappresentare oggi la sinistra.
Mi sono reputata non più attendibile: facendo parte del sistema, mi rendo conto di non essere più lucida ed obiettiva nelle analisi.
Dovrei depurarmi, astenermi per un lungo periodo e poi fare ritorno nel PD per poter comprendere cosa accade, non solo al nostro interno, ma soprattutto all’esterno.
Perché ad oggi, siamo profondamente e drammaticamente isolati.
Allora ho chiesto a Piero, un Compagno, uno vero di sinistra. Non saprei dirti ad oggi se Piero vota PD oppure no. Sicuramente vota a “sinistra” ed e’ uomo di sinistra.
Ben istruito, colto, ironico, intelligente. Insomma, non e’ un analfabeta funzionale.
“Piero, perché ti ritieni di sinistra? Cosa significa essere di sinistra per te?”
Lui allora mi ha citato una frase del Che: “Soprattutto siate capaci di sentire nel più profondo qualsiasi ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque parte del mondo”.
Alquanto alterata ho fatto presente a Piero che ero interessata al suo pensiero e che non poteva rispondere con una citazione del Che.
Piero si e’ infastidito e mi ha detto che abbiamo smesso di diffondere quei valori e quella cultura civica e di sinistra. Ha aggiunto che regna ormai sovrano “il protagonismo delle nullità “.
Ed infine, ha concluso con una affermazione di una semplicità tranciante:”Il pensiero mio (di sinistra) e’ frutto del pensiero di altri”.
Ecco, caro Sergio, dobbiamo riprendere da qua: tornare a diffondere non solo la nostra cultura di sinistra ma quel senso civico e solidaristico. Dobbiamo ritrovare quella funzione educativa, propria della sinistra.
Dobbiamo tornare, quindi, a formare i nostri dirigenti che a loro volta dovranno diffondere, prima di tutto, la cultura di sinistra. Che abbiamo perso e dimenticato.
Perché di strada ne abbiamo fatta molta ma soprattutto dobbiamo continuare a farne.
Un caro abbraccio.
Nilde Galligani
Cara Nilde,
è un contributo bellissimo quello che ci mandi, al tempo stesso toccante e concreto. Personalmente ne terrò molto conto. Grazie.
Sergio
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