Siccome siamo (quasi) tutti un po’ cristiani, credenti o no, ci succede continuamente di vedere in trasparenza le cose del nostro mondo attraverso quelle della famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe, e i loro vicini. Attraverso la fuga in Egitto, per esempio. “Babbo, quando scappammo noi all’estero come eravamo catalogati: profughi, perseguitati o migranti economici?”. “Che cavolo dici, Jesus? Siamo scappati in Egitto, mica in Europa”. Jesus somiglia al figlio di Bobo, Bobo somiglia a Giuseppe e così via. Maria: “Jesus! Sempre con questo computer… Ti rovinerai la vista”. “Sto rispondendo ai messaggi di auguri, mamma”. “Ne hai tanti?”. “Eh, sì”. “Gaspare, Melchiorre, Baldassarre?! Proprio loro?”. “Certo”. “Ma non dovevano arrivare oggi?”. “Dovevano… li hanno scambiati per giornalisti e sono in galera in Turchia”. Sergio Staino prende con quella sacra famiglia una confidenza affettuosa, piacque a Marco Tarquinio e dopo un anno dispiacque a qualche suo lettore geloso del proprio Gesù, fu una bella esperienza, avveniristica, un anno santo, diciamo. Ora è un bel libro, “Hello Jesus”, Giunti editore. L’amico fidato Peter lo accompagna alla cabina elettorale: “Mi raccomando, Jesus, vota bene!… E ricordati: DIO TI VEDE!”. Lui lo guarda interdetto, e Peter si morde la lingua: “Mio Dio, che cosa ho detto? L’avrò offeso?”. Ma Jesus s’illumina e lo abbraccia ridendo: “Ah ah, L’ho capita adesso! Fortissima Peter!”. Io vedo spesso Staino, lo guardo disegnare, lui mi vede sempre meno, lui disegna, quasi a memoria, ma lasciando che la mano tremi libera, e disegni la rete, quella vera, quella delle ong: “Farò di voi pescatori di uomini”. Il libro è brevemente introdotto da Morgan, quel Morgan – matto da legare, come si deve. Gli sarebbe piaciuto Gesù, dice. Anche a Gesù. Sai che musica.
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