Sto con l’Ucraina perché è come il Vietnam
Non so a voi (evidentemente non a tutti), ma a me questa guerra ricorda quella del Vietnam. Sì, il Vietnam, solo che al posto di esserci gli americani ci sono i russi e gli ucraini sono i vietnamiti. Un piccolo popolo invaso, una grande potenza che muove il suo esercito, bombarda, lancia attacchi dal cielo. Con lo stesso grado di “disparità”, gli aggrediti possono opporre resistenza ma non possono attaccare l’aggressore, Putin lancia missili su Kiev e sulle città, Zelensky non può e non vuole lanciarli su Mosca. Anche il fatto che la resistenza vietnamita fosse alimentata da un flusso continuo di armi sovietiche e cinesi mi ricorda l’oggi.
Una semplificazione eccessiva. Certo Zelensky non assomiglia a Ho Chi Minh, i suoi generali non hanno l’allure di Giap (anche se sembrano cavarsela piuttosto bene). Il Vietnam del Sud era un figlio del colonialismo francese che voleva impedire una piena liberazione del paese e aveva imposto una divisione in due. L’intervento americano era radicalmente motivato dalle logiche della divisione del mondo e della guerra fredda. Non vedo grandi differenze con l’oggi: Putin scatena una guerra imperiale per ricostruire una sfera d’influenza russa terminata con la fine dell’Urss.
Ricordo di aver fatto decine di manifestazioni per la pace in quegli anni. Erano manifestazioni perché l’escalation dell’occupazione Usa si fermasse, perché gli americani si ritirassero. E anche quando si insisteva per aprire uno spazio negoziale i negoziati non servivano a mediare sugli spazi la lasciare al paese invasore. Non ho mai manifestato (e a farlo con me, che comunista lo ero, c’erano tanti che non erano iscritti al Pci) perché si fermasse l’offensiva del Tet o perché i vietnamiti non ricevessero più le armi per combattere.
Tavolo negoziale
La guerra finì sulla base degli accordi di Parigi, quindi finì ad un tavolo negoziale. Ma finì perché quegli accordi avevano stabilito che gli Usa avrebbero ritirato le truppe e che le questioni politiche del Vietnam sarebbero state risolte dai vietnamiti. Nel trattato si decideva persino che il contingente nordvietnamita che si trovava al Sud (teoricamente in uno stato riconosciuto all’Onu da un gran numero di Paesi, tra cui l’Italia) aveva diritto di rimanerci.
Scendere in piazza oggi per la pace che cosa significa? Se vuol dire manifestare perché i russi abbandonino l’Ucraina, si impegnino a non tornarvi in armi, che le questioni delle minoranze russofone all’interno dell’Ucraina non siano da affrontare per vie militari (tantomeno con l’annessione e coi finti referendum, e questo vale anche per la Crimea) e magari anche far sottoscrivere al governo di Kiev l’impegno ad aprire ad una maggiore autonomia e autogoverno delle diverse aree del paese, allora scendo in piazza di corsa (magari manifestando sotto l’ambasciata russa come mi è capitato di fare tante volte sotto quella americana e prendendo anche un bel po’ di manganellate).
Altre soluzioni di pura “buona volontà”, inviti a fermare i combattimenti lasciando le cose come sono adesso più che alla pace mi fanno pensare al trattato di Monaco. E vedrete che qualcuno verrà a dirci che in fondo, in fondo, anche Hitler aveva qualche buona ragione a volere le regioni tedescofone dei Sudeti…
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