La Stampa, 30 dicembre 2018
Caro Sergio,
Ho comprato.
Abbiamo letto!
Il quadro che dipingi sembra uno dei grandi affreschi di Bosh: una totale metamorfosi dell’umano, che cancella secoli di lotte, di sacrifici, ideali di civiltà, consegnando alla natura cieca ogni tentativo di emancipazione.
È il fallimento della politica come arte e del politico come modalità di dare senso alla unica vita di cui, sicuramente, disponiamo.
Consegni, ahimè, una sensazione di fine millennio- finalmente compiuto – che, come nell’anno mille, lascia presagire un fine corsa del genere umano ed una totale incapacità di riconoscersi come comunità, futura umanità, dicevamo!
Con queste due pagine, hai consegnato davvero il novecento alle pagine dei libri, ormai buoni solo da studiare.
Credo tu debba, poiché puoi, fare altre due pagine, dove racconti il buono possibile che verrà.
Con esempi reali, come l’utopia di Monteverde, o anche con i tuoi sogni di un PD cuperliano, di cui ahimè, non nutro molte speranze, ma tant’è!
Buon anno e un sacco di salute.
Gerardo Vespucci
Ciao, e AUGURISSIMI DI BUON ANNO NUOVO, caro Sergio!
Sono riuscito a trovare una copia de La Stampa di domenica, andata letteralmente a ruba nella mia zona di Roma, e ho letto, riletto, e ammirato il tuo inserto di satira-filosofia-sociologia:
un esempio davvero magistrale di come si possano comunicare e disvelare
– ridendo e/o sorridendo anche un po’ amaramente – le incongruenze, leggerezze, assurdità, e molto altro in una condizione socio-politica quanto meno assurda,
che con i tuoi ‘paradossi’ hai saputo trasmettere in modo che più perfetto non si potrebbe.
Già, da solo, basterebbe “Il bolscevico”, da partecipare porta a porta a tutti gli Italiani (…esistono ancora?).
Grazie per questa tua costante partecipazione attiva, che ci gratifica tutti.
Ancora AUGURI, Maestro!
da Melanton.
Sono riuscito a trovare una copia de La Stampa di domenica, andata letteralmente a ruba nella mia zona di Roma, e ho letto, riletto, e ammirato il tuo inserto di satira-filosofia-sociologia:
un esempio davvero magistrale di come si possano comunicare e disvelare
– ridendo e/o sorridendo anche un po’ amaramente – le incongruenze, leggerezze, assurdità, e molto altro in una condizione socio-politica quanto meno assurda,
che con i tuoi ‘paradossi’ hai saputo trasmettere in modo che più perfetto non si potrebbe.
Già, da solo, basterebbe “Il bolscevico”, da partecipare porta a porta a tutti gli Italiani (…esistono ancora?).
Grazie per questa tua costante partecipazione attiva, che ci gratifica tutti.
Ancora AUGURI, Maestro!
da Melanton.
Comment
Caro Sergio,
avevo letto l’inserto con i tuoi disegni, ma non avevo commentato per il senso di amarezza – con qualche raro sorriso – che mi avevano trasmesso. In particolare l’episodio con il figlio del partigiano convertito al leghismo. Paradossale? O, temo, con un fondo di verità? Anch’io mi sono sorpresa affetta da pulsione xenofoba quando, nella mia casa, avevo criticato le tende estive mezzo strappate che la famiglia proveniente dal Marocco del secondo piano aveva sul balcone. Peccato che le tende in realtà fossero della famiglia italianissima della porta accanto. Viviamo in questa melma quotidianamente, e dovremmo davvero tutti fare un bagno di umiltà e di saggezza e ricominciare, innanzitutto dentro noi stessi, a ricostruire la nostra appartenenza al genere umano.
Buon anno
Grazia