Carissimo Sergio,
ho letto e riletto la lunga riflessione di Veltroni su Repubblica di ieri (ieri l’altro ndr). Oggi (ieri ndr) c’è il commento di Scalfari. Io, che sono del secolo scorso e che come Scalfari ho la testa bianca, non posso fare altro che raccontare le mie paure e le mie speranze. Anzi, mi permetto di avanzare dei suggerimenti, sperando di non essere considerata un po’ svanita.
La deriva di destra dei nostri neogoveranti non è soltanto preoccupante. Deve far paura. Nuota nel grande mare della disinformazione e dell’egoismo, ben nutrito da vent’anni di televisione berlusconiana vuota e superficiale. Ci vuole poco a cadere fuori dalla democrazia se passa il concetto che le regole non valgono più, ne’ per chi governa ne’ per il cittadino. Le regole dell’Europa o quelle della Costituzione.
L’Europa è stata la conquista più importante del novecento, per la pace e per le frontiere aperte, per i nostri ragazzi che ci vanno a studiare e a lavorare, per il turismo e per l’economia che può competere con gli altri continenti in epoca di globalismo.
Che ci siano delle criticità e delle cose da cambiare è innegabile. Sarebbe troppo bello che non ci fossero visioni diverse nate da realtà diverse e storie diverse. Ma i traguardi alti non sono mai facili da raggiungere, sia nel pubblico che nel privato. Ci sarebbe solo da andare avanti con determinazione e pazienza.
Nel nostro paese la caduta dei valori e la cattiveria xenofoba è tangibile e forse crescente. Credo che molti, come me, ne siano preoccupati.
Non basta preoccuparsi, bisogna reagire.
Che Veltroni si sia espresso per “amore della propria comunità e per il proprio Paese”, come conclude lui, secondo me significa che vuole combattere ancora. Già ieri pensavo di augurarmi che accanto a lui scendessero altri. Oggi Scalfari mi toglie i nomi dalla penna. Anch’io pensavo a Prodi, Gentiloni, Minniti. Lui ci mette Zanda che conosco un po’ meno. Io ci vorrei tanti altri, anche quelli ai quali qualche rimprovero va fatto, come Fassino, Rutelli, Enrico Letta, Delrio.
Direte: sono tutti vecchi, la vecchia classe dirigente ! Sì, certo, a qualcuno di loro dobbiamo perdonare qualcosa o molto. Tanti di loro debbono metter da parte vecchi dolori o risentimenti e dare quello che ancora possono dare. Ma vorrei che ognuno di loro portasse alla lotta qualcuno dei giovani, pescando e stimolando tra i loro allievi universitari, ragazzi e ragazze, sindaci e operatori culurali, ricercatori, scrittori.
Ci vorrei nella squadra pro democrazia e pro Europa, accanto al sindaco di Riace, anche i Cacciari e i Saviano, che si mettano la mano sul cuore e vengano a sporcarsele le mani, a mettersi in gioco, a dimostrare che anche essendo diversi ci si può unire. Che non basta discutere o criticare. Ora è il momento di fare.
Tra i giovani da considerare, voglio suggerire Elia Minari, giovane combattente e scrittore che ha indagato e denunciato la mafia nelle terre reggiane e sta girando per l’Italia a combattere la sua battaglia. L’ho incontrato a Bibbiano, insieme al Procuratore di Reggio Calabria Gratteri.
E ci vorrei tante donne, non solo le ultime che hanno lavorato bene nei vari governi e in Europa, ma quelle del sindacato come Carla Cantone o della scienza come Elena Cattaneo o Lucia Votano,e la tenace Ilaria Cucchi o le scrittrici come la Maraini o giornaliste come Concita De Gregorio, o registe come la Comencini.
La lista dovrebbe essere lunga e variegata. Una lista di persone diversissime, ma unite contro un pericolo comune e incombente. Un po’ come abbiamo fatto noi durante la guerra partigiana. A dimostrare che le differenze si possono superare se il traguardo è condiviso.
Un abbraccio
Teresa Vergalli
2 Comments
Io penso che neanche San Francesco e San Pio riuscirebbero a guidare un partito con tutta quella gente che dice Teresa Vergalli. Provate ad immaginare Saviano in un partito democratico che fino ad ora ha sostenuto a maggioranza schiacciante Renzi, e penso lo faccia ancora, almeno io non sono disposto ad abiurare le idee che ho sostenuto ed in cui ho creduto e credo. Io penso che lo scrittore con il quale non condivido parecchi cose chiederebbe la “testa dei Renziani” e quest’ultimi non sarebbero ovviamente disponibili. Lo stesso Veltroni quando parla di fallimento della “rottamazione” che Renzi ha portato avanti, in modo sicuramente opinabile, va intendere che coloro che hanno creduto in questa operazione non possono partecipare alla gestione del PD. Continuano quindi i veti incrociati : “se c’ è lui o lei non ci sarò io”.
Quindi come ne usciamo? Esiste, secondo me, un solo modo per mettere insieme tutte queste persone con tutte queste idee diverse ed è questo : scrivere un programma con 4 o 5 punti concreti da realizzare se come centro sinistra vinceremo l’elezIoni. Proviamo a farlo nel caso dell’elezioni Europee prossime. Io provo a mettere giù quattro punti:
1 ) creazione dell’esercito Europeo
2) Prevedere un sistema fiscale europeo valido per tutti i paesi della comunità
3 ) Formazione di un governo Europeo, con l’elezione del primo ministro eletto direttamente dai cittadini Europei
4 ) Uniformare i sistemi sanitari dei paesi dell’unione europea.
Mi rendo conto che sono problemi difficilissimi da risolvere, ma prima o poi dobbiamo concretizzare qualcosa o continueremo a fare discorsi chilometrici che la gente poi finisce per non leggere o peggio ancora con l’esclamazione: “ bellissimo discorso ottime intenzioni sono d’accordo”. E poi? Non serve strapparsi i capelli continuare a piangere, disperarsi se poi non riusciamo a concretizzare cosa vorremmo fare. Gli attuali governanti hanno vinto le elezioni perché hanno proposto alla gente dei punti concreti ,anche se non realizzabili , e la gente che non era preparata a nessuna soluzione li ha votati al posto dei discorsi generici. Gli intellettuali dovrebbero fare uno sforzo e cominciare ad applicare la loro filosofia ai punti concreti che tutti i cittadini possano capire. Gli ideali da soli non bastano: ci possono accumunare, ma poi saranno i problemi concreti che ci divideranno. Vorrei leggere d’ora in poi su questo blog delle proposte, magari sbagliate,al posto di lamenti e preghiere.
Caro Sergio mi rendo conto di essere monotono, ma non vedo un altro sistema per poter risolvere i problemi del nostro paese . Certo farsi spiegare da un intellettuale come si attacca il chiodo è difficile eppure per attaccar la giacca devi attaccare il chiodo.
Credo di essere già stato lungo abbastanza in questo discorso e quindi chiedo scusa e ringrazio coloro che hanno letto fino a questo punto. Buona serata a tutti Antonio De Matteo
Bene Antonio, fatti non pugnette.
camillo Repetti