Spie automatiche e spie vere, delatori informatici. Nessuno legge, le macchine giudicano. Il futuro orribile alla Casaleggio.
Di solito non parlo mai su FB dei fatti miei. Perché penso che sia uno strumento utile a far circolare delle idee, se ci sono. Contano le idee, io sono irrilevante. Ma, fatti recenti (la sospensione di 30 giorni inflittami da FB) mi inducono a rompere il riserbo. Più che altro per ringraziare le centinaia di amici che si sono mobilitati e che ancora proseguono. Mi hanno intasato la casella di messenger di attestati di solidarietà (ma io, in quanto bloccato, non posso rispondere, lo faccio qui: grazie di cuore a tutti).
La mia amica Chiara, da me scelta come portavoce di emergenza approfittando dell’amicizia, ha dovuto pubblicamente chiedere che la lasciassero un po’ in pace, che io stavo bene, e che non rimaneva che aspettare.
Inoltre devo rettificare qualche imprecisione. E’ stato scritto, nella foga dell’evento, che io sarei il nipote della poetessa Alda Merini: non è vero. Il nipote è Pierre Carniti, grandissimo sindacalista e mio carissimo amico, ma non siamo mai stati parenti. Io sono solo il nipote di un nonno socialista della bassa padana: quando il re passava da quelle parti, i carabinieri lo invitavano in caserma e lo temevano lì per qualche giorno, pane e salame, qualche bicchiere di vino, e guardato a vista, affinché non gli venissero brutte idee. Poi lo mandavano a casa e alla sera si ritrovavano all’osteria a giocare a carte.
Ma che cosa è successo con FB? Non lo so e non lo saprò mai. Però ho qualche sospetto.
FB è una comunità digitale, una sorta di prefigurazione di quello che Casaleggio vorrebbe fare dell’Italia. Dentro FB nessuno legge niente e nessuno sa niente, esattamente come accade nel Movimento. Tutto funziona in base ai famosi algoritmi.
Gli algoritmi, per chi non lo sapesse, sono la cosa più stupida esistente in informatica: vedono solo quello che gli è stato detto di vedere. Se gli è stato impartito l’ordine di cercare la parola “cazzo”, l’algoritmo, instancabile, scorre migliaia di pagine e ogni volta che trova la parola lancia un allarme. Ma se non gli è stato detto di cercare anche “fica” lascia correre.
Questo spiega perché per anni su FB siano esistiti milioni (non migliaia, milioni) di siti razzisti e incitanti alla violenza: nessuno aveva detto agli algoritmi di cercarli. L’attenzione era più sulla sessualità (i due Zuckerberg sono bigotti di rango). Ancora oggi credo che su FB in Italia ci siano decine e decine di siti inneggianti al Duce (cosa che sarebbe proibita da un tot di leggi). Ma a FB non importa nulla: è traffico, sono soldi che girano. E a FB sono mercanti di uomini. Non li caricano sui barconi (troppo faticoso): si limitano a venderne i dati. Prima agli inglesi e poi ai cinesi. E’ il loro business.
I milioni di siti razzisti e violenti sono stati cancellati solo dopo lo scandalo dei dati venduti (a milionate) a inglesi e cinesi. Hanno capito che dovevano darsi una ripulita, e così hanno attivato il giusto algoritmo, che ne ha scovati appunto milioni: tutta roba che non avrebbe mai dovuto apparire su un social network dotato di un minimo di moralità o semplicemente di senso dell’onore e del pudore (non verso le tette, ma verso i razzisti).
Ma non basta. Gli algoritmi, come si è detto, sono arnesi primitivi, rozzi, che cercano solo quello che gli è stato detto di cercare. Allora FB ha mobilitato anche le spie spontanee, i sicofanti. Quelli che avvisano la centrale: questo post è inopportuno, non mi piace. Perché? E qui si può dare una risposta a caso, tanto a FB nessuno legge niente, fanno tutto le macchine. E se ti piombano addosso un tot di segnalazioni, in automatico la macchina, ti sega, ti sospende. Nessuno fornisce mai una spiegazione, una motivazione. D’altra parte nemmeno loro saprebbero dire perché: agiscono solo sulla base delle segnalazioni, che nemmeno leggono.
Ma, e eccoci di nuovo alla tecnologia e all’orrenda civiltà informatica sognata da Casaleggio, e già realtà su FB. Sono stati inventati i bot (programmi che sono un po’ il contrario degli algoritmi). Bot è un’abbreviazione di robot, robot chiacchieroni nel nostro caso. Si tratta di programmi che in automatico mandano appunto segnalazioni a FB (nel caso nostro, ma possono anche fare altro), ogni volta assumendo una finta identità. A FB, quindi, risulta che migliaia di persone stiano protestando per un tuo post, e invece è un bot che sta girando a pieno regime. Uno solo.
Con questo sistema chiunque può essere ucciso. Ogni reputazione può essere distrutta (sperimentata contro Hillary Clinton… e chissà quanti altri). Il tale è un ladro: se poi si va a vedere, gli autori sono inesistenti, ma la notizia è circolata e circola ancora, moltiplicata dai cretini rimbambiti dalla Rete.
Questo è il nuovo mondo informatico, fatto di spie automatiche e manovrate, e da idioti che invece di spendere soldi per controllare, mandano in giro algoritmi alla caccia di culi e di seni e lasciano passare razzisti, violenti, e mascalzoni.
Il futuro è questo. E’ orrendo, ma su FB è già in funzione. Casaleggio vuole farlo diventare universale. E’ il suo regalo, via Movimento, per tutti noi.
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