Io non immagino mai Marco Travaglio esultare per una vittoria. Pensate che abbia avvertito qualche fremito all’oro di Jacobs e Tamberi? No. Lui é uomo di critiche e di j’accuse, di acuti mal di pancia e di nevrosi negative. Poco prima del doppio trionfo azzurro aveva pronosticato: “Dovevamo stupire il mondo e invece siamo sorpresi per le cocenti sconfitte”. Mescolando cosi il nostro medagliere col bilancio del governo Draghi del quale é fiero oppositore. Le sue gufate, come ha sottolineato Porro, ci hanno portato fortuna. Ma il suo odio tipicamente connaturato al suo stile vendicativo. acquisito dai tempi della sua uscita dal Giornale, ha raggiunto i suoi più alti vertici a proposito della ministra Cartabia e della sua riforma, che Travaglio ha definito gentilmente “schiforma”. La ministra, già presidente della Corte Costituzionale, viene trattata come una povera scema. In una vignetta sul suo Fatto quotidiano si raffigura un tale che bussa sulla sua testa e rimbalza un bonk-bonk come se fosse completamente vuota. Gli avversari di Travaglio sono nemici e come tali non vanno solo attaccati, ma denigrati. Basterebbe la diffamante campagna contro Renzi e la sua famiglia e da ultimo l’attacco a Draghi definito “figlio di papà, che non capisce un c…” strillato alla festa di Articolo uno, per farsene un’idea. Babbea l’ex presidente della Corte e uno che non capisce un c.. il presidente del Consiglio ed ex presidente della Bce? Non c’é che dire Travaglio deve avere una notevole autostima se si sente in grado di esprimere giudizi cosi tranchant. Ma forse é solo il suo livello di odio che travalica ogni limite come un veleno che tracima dal pentolone. Una visitina? Non é necessaria. Si tratta probabilmente di coazione a ripetere che secondo gli psicanalisti é ricorrente. Marco é ancora al giorno in cui Berlusconi si presentò alla redazione del Giornale. Da allora l’ha giurata al padrone di Mediaset, a tutti i suoi amici, a coloro che governano con lui, a coloro coi quali l’ex presidente del Consiglio ha bevuto un caffè, a tutti coloro he gli hanno rivolto la parola. Chissà se dopo la scomparsa del cavaliere Travaglio ritornerà in senno e capirà che si può non essere d’accordo con lui senza essere babbei e non capire un c….
Mauro Del Bue, Avanti online, 4 agosto 2021
Comment
” La cattiveria è degli sciocchi, di quelli che non hanno ancora capito che non vivranno in eterno”. Con questa frase la poetessa Alda Merini definiva le persone simili al giornalista Marco Travaglio che ha come unico obiettivo, distruggere coloro che la pensano diversamente da lui osannando il suo “super io”. Tanti esseri umani però apprezzano le suddette “dote” e coloro che le rifiutano, come me, purtroppo ne parlano inutilmente. Buon fine settimana a chi legge Antonio De Matteo Milano