Caro compagno Sergio,
Scrivo questo primo contributo dell’anno traendo ispirazione dal pensiero di una blogger de ‘La voce di Novara’, quotidiano online della città, secondo cui «oggi è il “vero” capodanno», perché finiti i cenoni e ripresi i ritmi abitudinari arriva il momento di vedere se le buone intenzioni con cui abbiamo alzato i calici con ottimismo (che sono poi quelli che vengono meno perseguiti) si concretizzeranno.
Così mi ritrovo ora con la voglia di stilare qualche proposito politico per il 2018, tardando di una settimana proprio per non cadere in facili proclami.
Il primo proposito è smetterla di scannarci solo su persone e proposte insostenibili, investendo invece tempo ed energie sul progetto e sull’idea di mondo che vogliamo nostra. Proposito che mi è venuto in mente leggendo un eccellente editoriale di Sergio Fabbrini, direttore della LUISS di Roma, su ‘Il Sole 24 Ore’ del 17 dicembre scorso: mentre la campagna elettorale è iniziata sui leader e non sui progetti, in sede europea si stanno discutendo questioni un po’ più serie e strutturali (che infatti non fanno notizia) come la riforma degli accordi di Dublino, la difesa comune o i cambiamenti della finanza dell’Eurozona; per questo – cito Fabbrini – «se si guarda la politica dal buco della serratura, allora si vedranno solamente piccole cose e oscure figure. Se si guarda alla sostanza dei problemi, invece, si vedrà che la vera divisione è tra chi vuole modernizzare l’Italia per renderla più forte in Europa e chi vuole un’Italia provinciale perennemente prigioniera delle proprie debolezze».
Il secondo proposito per questo 2018 è che come Partito Democratico facciamo nostra la narrazione dei giovani come nuovi poveri, narrazione che non pare così evidente da vicino ma che risulterà più nitida in un futuro non tanto remoto. Iniziando col dire che non siamo stati proprio così menefreghisti se pensiamo ai 500 euro per i diciottenni o all’esentasse universitario con un reddito ISEE inferiore a 15mila euro, senza ovviamente fermarci qui. Perché il problema non sta solo nella carenza della domanda di lavoro, ma anche nell’offerta, basti pensare a quei profili professionali (come i saldatori, gli ingegneri ed i periti di vario tipo) molto ricercati ma i cui posti rimangono vuoti. Perché il cuneo fiscale non è un fattore così marginale nella nostra prima entrata nel mondo del lavoro. Perché se non ci istruiamo, non ci agitiamo né ci organizziamo (per richiamare il monito di Antonio Gramsci), la politica continuerà ad essere vecchia non solo nell’anagrafica ma anche nei programmi (basti pensare alle pensioni minime a mille euro secondo Forza Italia), cadendo fragorosamente quando vuole occuparsi di noi (basti pensare a Pietro Grasso che scoppiazza malamente Bernie Sanders a proposito delle rette universitarie).
Terzo ed ultimo proposito: alziamo non solo la qualità del dibattito ma anche e soprattutto quella della nostra azione, evitando di correre dietro ad un sacchetto da due centesimi ma facendo davvero nostre le battaglie sugli sgravi, sul salario minimo orario, Non manca il materiale teorico (come l’intervento di Tommaso Nannicini, responsabile del programma elettorale del PD, su ‘Avvenire’), non mancano nemmeno i volantini per alzare la posta in gioco nelle nostre realtà territoriali; il salto da fare ora diventa quello di agire, di esserci, di far vedere (soprattutto nei piccoli centri) che non siamo latitanti ma presenti, ricchi di idee e proposte e capaci di esserci il più possibile. Per essere il riferimento degli ultimi e dei penultimi anche a pochi isolati da casa nostra, per far vedere che quella-cosa-là riesce a farsi portatrice di certe esigenze.
Proprio per essere coerenti a questo, stasera come Circolo Intercomunale terremo un’assemblea degli iscritti per vedere come muoverci nelle prossime settimane e soprattutto dopo le elezioni. È la differenza tra l’essere un comitato elettorale ed una vera e propria comunità; è la differenza tra vantarsi di avere un ruolo e sfruttarlo appieno per mettere in piedi qualcosa.
Un abbraccio,
Manuel Tugnolo
3 Comments
Perfetto Manuel, perfetto.
Qui dobbiamo lottare contro l’omologazione dei media e di parte della pubblica opinione, che ci presenta tutti uguali, tutti fanfaroni, tutti pronti a promettere la luna.
Non è così. Oggettivamente non è così.
Le proposte della concorrenza tutta sono davvero campate in aria, senza costrutto né coperture, spesso assurde, generiche, effettistiche.
Le nostre no.
Le nostre sono concrete (scegliamole bene, meglio poche e solide che tante e fragili) e soprattutto poggiano su quanto già fatto sul serio negli ultimi 4 anni di governo.
Credo davvero che non ci lasceremo trascinare nella gara a chi la spara più grossa.
Bisogna di converso impedire che ci confondano nel mucchio.
Dobbiamo mantenere un certo e visibile distacco dai cialtroni che abbiamo di fronte.
Piuttosto, l’aspetto da curare molto attentamente, potenzialmente molto critico, è quello umano.
E’ vero che disponiamo di molte risorse di prim’ordine, ma forse non quante bastano per coprire tutti i collegi uninominali.
A livello locale rischiamo molto, laddove non c’è pronta un classe dirigente a prova di bomba.
Se ci scappa un candidato poco valido o poco credibile, dovunque egli sia, la cosa verrà riverberata anche a livello nazionale.
E non ci perdoneranno nulla.
Questo per noi deve essere un punto di forza: servono candidati forti, bravi, credibili e referenziati, pulitissimi.
Vigiliamo tutti. Non sarà facile, ma è fondamentale, sia al nord che al sud.
Sono felicemente sorpreso dalla capacità di analisi e propositiva manifestata da Manuel in questo suo primo post dell’anno, complimenti! Credo che migliore sintesi sia difficile fare. Ed è del tutto evidente che l’osservazione di Ernesto sulla “qualità” dei candidati che saremo in grado di schierare va al nocciolo del problema. Su questo, tuttavia, sono moderatamente fiducioso, le persone ci sono. Sarà molto importante dare loro tutto il sostegno e l’aiuto possibile, con l’impegno massimo da parte di tutti in una campagna che, e siamo solo all’inizio, si sta già dimostrando quanto mai aspra. Nel frattempo noto, e incrocio le dita, che si sono almeno placate certe insulse polemiche interne al Partito e che tutti sembrano remare nella stessa direzione!
Ringrazio i compagni Ernesto e Silvano per gli apprezzamenti e le considerazioni, che come sempre non sono banali. E’ il bello dell’uninominale: un candidato per ogni forza (purtroppo sono riconosciute le coalizioni) su un territorio che tutto sommato è girabile nel giro di un mese e mezzo, cosa che permette di conoscere e di farsi conoscere meglio e di far emergere le istanze del territorio, dove l’ideologia non è che possa fare più di tanto.
Sarebbe un contesto ancora più bello se, con l’abolizione del finanziamento pubblico, non ci si trovasse nella situazione di spendere xmila euro senza neanche essere sicuri di essere eletti (questo discorso vale soprattutto per il proporzionale), ma tant’è: quel finanziamento era stato propagandato come cosa di casta, e gli atteggiamenti dei difensori (come ad es. Ugo Sposetti) non è che migliorassero molto la situazione. Però è adesso, col senno di poi, che assistiamo alla conseguenza prima: all’attività politica che a livello nazionale può essere partecipata solo dai ricchi. E, guardando chi c’è dietro Forza Italia o M5S, dovremmo al più presto valorizzarci come qualcos’altro.
E soprattutto: programmi, idee e progetti, senza rincorrere la notizia da prima pagina del giorno.
(Mi scuso se tardo solo ora a scrivere, ma nel frattempo l’attività di Circolo ed un esame di macroeconomia hanno chiamato!)
MT