Un giovane molto intelligente, decisionista, svelto. Troppo svelto. La capacità politica si attenua molto negli impulsivi. Inoltre purtroppo è un uomo in perpetuo conflitto con chi pensa possa fargli ombra”. È il giudizio di Francesco Merloni, intervistato da Concita De Gregorio, su Matteo Renzi.
Per età (novanta e rotti) e per calibro sociale e politico (grande industriale, democristiano) Merloni non è imputabile di essere parte in causa, a qualunque titolo, nel duro e spesso poco sereno dibattito in corso nella sinistra italiana.
Se annoto le sue parole, e le rilancio il giorno dopo averle lette, è perché mi sembra che aiutino a inquadrare piuttosto bene l’accaduto, nel Pd e dintorni. Renzi ha goduto di notevole credito tra i militanti, tra gli elettori e anche su questo giornale, per le sue qualità e per la sua vitalità: “molto intelligente, svelto”. Poi ha perduto buona parte di quel credito per la sua impulsività (“troppo svelto”) e per la sua diffidente autarchia (“perpetuo conflitto con chi pensa possa fargli ombra”). I suoi odiatori gongolano per la caduta. I fedelissimi (ancora parecchi, anche tra gli elettori) accusano di boicottaggio e di tradimento chiunque lo critichi, e sono, in questo, molto renziani. Chi prova a ragionare meglio sull’accaduto si dispiace per l’occasione perduta e valuta quanto, in politica, pesi il fattore umano: almeno quanto quello ideologico.
Michele Serra, la Repubblica, 10 aprile 2018
8 Comments
Da qualche tempo la famosa giornalista di Repubblica Concita De Gregorio (tra l’altro, direttrice dell’Unità dal 2008 al 2011) si sta applicando con indefessa lena alla demolizione del PD, così come lo abbiamo conosciuto negli ultimi 4-5 anni.
Insomma, fa del suo meglio per distruggere quel che resta (tanto, poco, chissà?) della gestione Renzi.
Con certosina pazienza gira l’Italia intera alla ricerca di quelli (e ovviamente non sono pochi) che per i più svariati motivi sono o si sentono estranei, sono o si sentono personalmente danneggiati, sono o si sentono senza collocazione, sono o si sentono alternativi (per quale progetto alternativo non è però chiaro a nessuno di essi).
Per carità, un’operazione che certamente trova il suo pubblico di estimatori.
A rigore di logica, potrebbe esserci un ipotetico e fantastico Gregorio De Concita, di un altro gruppo editoriale, che fa l’operazione simmetrica.
Girare l’Italia a cercare gli estimatori del PD in gestione Renzi (e ne troverebbe almeno altrettanti), quelli cioè che vedrebbero volentieri ancora il Segretario/Premier al suo posto e che ritengono comunque molto proficua la stagione di riforme da lui inaugurata e parzialmente realizzata.
Ciò detto, le operazioni di Concita e del suo doppio sarebbero ascrivibili a sano giornalismo d’inchiesta o a pura agiografia (pro o contro)?
Sarebbero frutto di giornalismo “libero e indipendente”?
Dimostrerebbero qualcosa, al di là dell’entusiasmo dei fan contrapposti?
A me non pare proprio. Sarebbe solo lotta politica, condotta però con mezzi impropri.
Non approfondimento ed analisi della realtà, ma giornalismo “a tesi” che non forma né informa, ma scalda le tifoserie, ammesso che serva a qualcosa.
Il tutto in un momento delicatissimo per la vita politica del Paese, quando devono ancora concepirsi e formarsi assetti politici sicuramente inediti (comunque vada).
In più, De Gregorio non è una estranea all’ambiente, essendone (ed essendone stata anche formalmente in passato) parte in causa.
Quindi, dovrebbe dire quali obbiettivi sta perseguendo, dove vuole arrivare, a che progetto fa riferimento, ammesso che ne abbia uno. Non dire: “Faccio parlare le persone”. Sono solo “certe” persone.
Io mi limito a constatare come questo modo di fare politica porta dritti alla rovina, ovvero irrilevanza e subalternità.
E non è quello di cui il centrosinistra ha bisogno.
PS: non vorrei che queste osservazioni suonassero in qualche modo come un attacco alla libera stampa. Ho un sacro rispetto della libertà di opinione e di espressione: mi piacerebbe solo una maggiore trasparenza dei fini.
Chiedo troppo? Forse, ma, come diceva Oscar Wilde (e anche Sergio Leone): “Le domande non sono mai indiscrete, le risposte a volte lo sono”. Per questo il più delle volte non arrivano.
Da Renziano, prima ancora che nascesse Renzi, trovo questa riflessione di Michele Serra molto interessante perchè, nel mio piccolo anche io, ne ho pagato e ne pago, uno scotto pesante nella mia vita professionale e di militanza politica.
Qual’è il difetto, che dico spesso, anche se può sembrare presunzione? In questa società Italiana essere troppo avanti rispetto agli altri è un danno notevole. O comunque, andare a rompere certi equilibri consolidati di conservazione, anche micro, ti impedisce qualsiasi evoluzione. Ed in parte è quello che è successo a Renzi, che inevitabilmente deve avere un certo carattere e non altro per affrontare un macigno di questa portata. Dove sta la contraddizione e la forte criticità?
Se uno ascolta le voci in giro e molto spesso anche autorevoli commenti politici e sociali nei diversi dibattiti o analisi il problema Italia, per molti versi ingovernabile per questo. è proprio quello della stagnazione, della rassegnazione, della inoperosità, della, tocchiamo tutto meno che il mio orticello che sta bene così come sta. Questo però ci porta ad essere un paese in retroguardia rispetto a molti paesi europei. Di questo tutti (o quasi) ne sono convinti e vorrebbero un cambiamento, una evoluzione, però nel momento in cui qualcuno tenta questo percorso, anche con qualche errore inevitabile, ecco che si muovono i “carri armati” della conservazione, del privilegio, della invidia e della perenne polemica a tutti i costi.
Non è una giustificazione o scusante per difendere a tutti i costi Renzi o il suo operato, ma rimane una dura verità che può accadere a chiunque intraprenda questa via si chiami Renzi, Nicola o Francesco, ma anche che sia rosso, giallo o turchino non cambierebbe granchè.
Come se ne esce? E’ una bella domanda a cui non è facile rispondere ma anche non può essere sottovalutata snobbando con disinteresse la questione. Mi posso permettere una risposta che potrebbe essere
1 – Deve poter dominare una classe politica, intellettuale, imprenditoriale che non bruci risorse di questo tipo , anche se “troppo veloci” cercando invece di sostenere questi percorsi contro corrente perchè nel tempo il vantaggio sarà di tutti;
2 – Oggi in Italia per intraprendere un riformismo vero, ma anche veloce, non bastano maggioranze governative striminzite con una decina di parlamentari di differenza. Occorre una maggioranza solida (il doppio turno potrebbe aiutare), omogenea nei principi fondanti degli obiettivi da raggiungere, che governi per almeno 10 anni, attuando il passo dopo passo ma in maniera spedita e decisa.
E’ utopistico? Io a 64 anni me ne sono fatta una ragione, non vedo soluzioni diverse o miracolistiche dietro l’angolo. Riflettiamoci anche e soprattutto in questo percorso di rifondazione del PD .
Cari saluti
Gianni Moscatellini
Certo che Concita è veramente sfigata, non riesce a trovarne uno dei suoi intervistati che sia, anche minimamente, favorevole ai governi PD di questi ultimi anni.
Consiglio a Michele Serra ( persona che ho sempre ammirato e che ammiro) di cambiare bar per giocare al bigliardo perché quello dove va adesso è frequentato solo da grillini, leghisti, ex compagni e mai nessuno del PD.
Da quando con il referendum i conservatori di destra, di sinistra, sindacali e assistenzialisti e giornalisti vari hanno visto uno spiraglio per bloccare le riforme tutti si sono scatenati contro Renzi reo di ” essere troppo svelto” e di voler cambiare veramente questo paese.
Cari Ernesto, Gianni questo partito ormai è destinato alla scomparsa e con esso il sogno di una sinistra moderna e di una Rivoluzione Riformista sono stanco delle continue liti anche adesso dopo avere perso e non ci credo più
Marco bs
Caro Marco bs,
Mio nonno, un uomo nato alla fine del 1800, mi diceva: “se tu vuoi andare a Roma in compagnia con tanti tuoi amici, con un calesse trainato da un cavallo velocissimo, fortissimo, ma che scoraggi la tua compagnia non hai alternative: cambia cavallo o compagnia”.
Io voglio andare a “Roma” con tutti voi a partire da Sergio Staino, mio malgrado cambio cavallo. Sono sicuro però che il cavallo velocissimo e fortissimo ci servirà come stallone per migliorare la razza. Dai Marco resisti: la strada, segnata dal PD, è quella giusta
e prima o poi anche Miche Serra e Concita De Gregorio saliranno sul nostro “grande Calesse”. Un abbraccio a tutti Antonio De Matteo Milano.
Caro Antonio De Matteo,
io non posso rinunciare al “cavallo velocissimo” sicuramente devo gestirlo in modo diverso e più equilibrato, anche perchè non ho grandi alternative (anzi mai avute). Forse mi viene in mente di cambiare “compagnia”, ormai noiosa e perdente. Ma devo mettere nel conto che manca un passaggio che per me è ineluttabile: in una società così ingessata, dove meno del 10% legge un giornale e un libro ed è una assidua frequentatrice di un gran Bar dello Sport e della cura dei propri piccoli orticelli, cosa mi impone di fare?
Io penso che occorra sostenere una consistente maggioranza di politici coraggiosi che facciano lo sforzo di attuare quei cambiamenti veri, quelle riforme vere di cultura sociale e politica, che tutti vorrebbero ma che si imbrigliano in mille “se”, e che consentirebbe di far sorgere poi l’alba di un “Paese normale” dove tutti ne potranno beneficiare.
Utopia? Forse ma non vedo grandi alternative.
Voglio chiudere con un esempio di una notizia di questi giorni: “Un milione di alunni in meno nei prossimi 10 anni” con tutto ciò che ne consegue a cominciare dai i ns. cari insegnanti tanto attenti a votare M5s perchè disturbati dalla riforma della scuola.
A questa crisi ormai decennale di calo delle nascite c’è qualcuno che si è preoccupato di valutare una gestione misurata della immigrazione? E’ successo il contrario, i partiti vincenti hanno vinto proprio per il loro attacco allo “sporco immigrato”.
Purtroppo c’è ancora molto da fare.
Un caro saluto
Gianni Moscatellini
Cari, Ernesto, Antonio, Marco, Gianni e Sergio che ringrazio per aver aperto questo blog dove persone come voi si confrontano sulle sorti del nostro partito.
Sono d’accordo che Michele deve cambiare bar e Concita trovare qualcuno del PD che ne parli bene, credo che ce ne siano parecchi, noi in primis.
Nel novero delle persone, giornalisti in particolare, ci metterei pure il buon Padellaro, che da il meglio di se nel dileggiare Renzi e noi poveretti che votiamo PD.
Comunque la frase di Michele dove dice che anche il suo giornale”Repubblica” ha parlato bene di Renzi, non lo posso accettare, perché tutti da Scalfari, Mauro, Calabresi e Giannini con particolare astio ha sparlato per anni e ancora lo fa di Renzi e del PD.
Quindi Michele, stai attento alla compagnia che frequenti, ti potrebbe traviare(sto scherzando).
Spero anche che Michele legga queste riflessioni di tutti gli amici.
Repetti Camillo
Da tutti questi interventi,a partire dall’ iniziale intervista a Merloni, mi viene l’ Idea che se Renzi si mettesse nella buca del suggeritore e parlasse solo per interposta persona, i problemi del PD sarebbero risolti. Cosa ne dite?
Sandra Festi – Bologna
Cara Sandra,
per gli oppositori di Renzi, i cosiddetti di “ sinistra” non va bene: loro lo vorrebbero nella buca, ma senza lingua ed immobile. Quindi è una proposta poco praticabile. Io penso invece che i problemi del partito democratico si risolveranno quando si realizzeranno le seguenti condizioni:
1 ) negli organi direttivi del PD le decisioni fanno prese, dopo una libera discussione, a maggioranza e poi rispettate da tutti, anche da coloro che non le condividono;
2 ) tutti i dirigenti del PD devono smetterla di cercare un “capro espiatorio “, riconoscere le “cose buone dei governi Renzi /Gentiloni e proporre e fare approvare in direzione le proposte che secondo loro possano aiutare il PD a vincere ancora;
3 ) coloro che vogliono trasformare il PD in un partito monocoltura ( o tutto ex PCI o tutto ex DC ) dovranno rivolgersi ad un’altra forza politica.
Il Partito democratico realizza il compromesso storico di Berlinguer e bisogna rafforzarlo senza snaturarlo. Io ci credo in questa missione e continuerò a lottare insieme al PD. Un caro saluto a tutti. Antonio De Matteo Milano