Sessant’anni fa la satira non godeva di buona salute: i democristiani erano troppo legati alle sagrestie per uscire fuori dalle righe del conformismo mentre i comunisti, dall’altra parte, erano troppo seriosi e burberi per concedere eccessivo spazio al sorriso. Qua e là in Italia esistevano tuttavia focolai di intelligenza eretica e, per nostra fortuna, uno di questi si trasformò in un vero e proprio incendio di valore e spessore culturale enorme: il cabaret milanese .
Roberto Brivio è stato uno degli artefici di questa splendida operazione e, in compagnia di tre mitici compagni, Svampa, Patruno e Magni, diede vita alla grande stagione de “I Gufi”: satira di costume, satira sociale, satira politica e, perché no, satira surreale e perfino “mortuaria”. Uno spirito goliardico di grande cultura e intelligenza che non ha mai abbandonato questi quattro protagonisti. Da allora fino ad oggi, giorno della sua morte, Roberto non ha mai smesso di far vibrare questo suo filo rosso dei vari e molteplici aspetti dello spettacolo: autore, cantante, attore, regista, direttore e organizzatore di teatro. Il tutto senza mai abbandonare il timbro satirico portato avanti con la sua compagna di vita e di lavoro, Grazia Maria Raimondi.
Amico e frequentatore del Club Tenco, ancora nel 2019, fu in scena nella nostra Rassegna. Ciò che più ci stupì anche in questa occasione, furono la leggerezza e la freschezza con cui riassunse – parlando e cantando – i quasi sessant’anni della sua importante carriera Alla faccia del “cantamacabro”, che era il suo ruolo nel gruppo dei Gufi. Da segnalare anche la sua presenza nel disco collettivo, vincitore della Targa Tenco, dedicato a Gianni Siviero.
In questo giorno potremmo dedicargli il finale de “Il cimitero è meraviglioso” – un suo successo personale nell’epoca Gufi – che così chiudeva: “Se le fiammelle dei lumini come stelle brilleran, non spaventarti: ti riscalderan”.
Direttivo Club Tenco
Leave A Reply