Vi presento qui un poemetto detto poemino scritto dall’inesauribile fantasia di Davide Riondino. Proprio in questo momento in cui l’orrido Beppe Grillo si sta autoaffogando nel pantano da lui stesso creato, il buon Davide pare raccogliere le infinite blasfemie da costui coniate per crocifiggere governi, partiti e parlamenti. Dico questo perché il poemetto da un punto di vista squisitamente politico è ignobile ma, se come si è detto con Trotta, che la bellezza e la poesia fanno superare l’accidia di partito e di schieramento, va detto che da un punto di vista della costruzione satirica è un piccolo capolavoro. Io riesco a leggerlo e a riderci, su quello che dice, sui protagonisti che pure in larga parte stimo e anche sullo stesso Riondino. Se un giorno casomai rinsavisse potrebbe fare canti epici di minore ironia forse ma di maggiore qualità politica. Ne vale la pena? Non so. Intanto io me lo godo così.
Sergio
UNA NOVELLA DEI TEMPI ANTICHI
(DECIME PER IL NUOVISSIMO PODESTÀ)
Moltissimo tempo fa,
Al tempo dei Bini Smaghi,
delle fanciulle e dei draghi,
dentro le nostre città
chiamavano i Podestà
a sedare i contendenti
delle famiglie potenti,
che specie in tempo di peste
insorgevano moleste
squartandosi tra parenti.
Si dice che un avvocato,
il Conte, fosse al governo,
e che a metà dell’inverno
l’avesse decapitato
un sicario prezzolato:
un essere ributtante,
un assassino ambulante,
che teneva nel suo sacco
la testa dentro ad un pacco
per ricattare il mandante.
Per evitare altri scempi,
un Califfo illuminato
(l’islamico moderato
che governava a quei tempi),
seguendo gli antichi esempi
tirò fuori dal cappello
un uomo di gran cervello,
molto elegante, facondo,
che aveva girato il mondo
ed anche piuttosto bello.
Lo elessero Podestà:
portava sulla bandiera
un drago su una zuppiera
con sopra scritto: “voilà!”
Aveva l’autorità
di chi conosce i misteri
dei favolosi forzieri
dei re di Francia e di Spagna:
gridando “purché se magna!”
lo accolsero volentieri.
Ha convocato i Baroni
nella sala delle feste,
e ho detto ai Baroni: “Queste
sono le mie decisioni.
Con le dovute attenzioni
ai vostri lombi reali,
e ai nodi matrimoniali,
ho resettato gli assetti
che concernono gli affetti
e i beni patrimoniali”
Tutti i Baroni restarono
silenti, salvo il sicario
che disse “straordinario!!”
Però tutti lo ignorarono,
anzi molti si scansarono.
E il Podestà disse: “Bene,
mi spiego meglio. Conviene
che ognuno abbia la sua parte
in questo giro di carte,
e infine le tasche piene.
Faremo quattro governi
in uno: ma vuole vuole Dio
che il quinto sia solo mio.
Con dei criteri moderni,
voi sarete i quattro perni
che tengono l’edificio
dove, impassibile, officio
i riti della Finanza,
questa divina sostanza
che vuol fede e sacrificio.
Nel primo partito metto
Insieme il Verde col Giallo:
con la mossa del cavallo
si strinsero petto a petto.
l’inguacchio fu maledetto,
ma prima s’eran baciati:
e tra vecchi innamorati
ci sono strani destini,
e rendez vous clandestini
che vanno valorizzati.
E nel secondo partito
c’è Zingaretti e Di Maio:
cantaron fino a gennaio
il medesimo spartito.
Speranza non ha tradito:
resti con loro. Son buoni,
sanno le stesse canzoni,
parlano nei loro pranzi
di moderati romanzi
e moderate passioni.
Nella terza formazione
voglio Salvini col Vecchio:
si studiano da parecchio,
hanno la stessa intenzione.
Sarà Madonna Melone
ad aiutarli da fuori,
coi suoi giocondi furori
che danno la sensazione
che esista un’opposizione:
e abbiamo tutti i colori.
La quarta parte che detta
la legge del mio quaderno,
è quel compromesso eterno
che stringono Letta e Letta.
La relazione perfetta
tra l’accademia e l’altare,
l’enigma del “popolare”,
o l’esercizio retorico
di quel compromesso storico
che insistono ad evocare.
Ognuno di voi già sa
come trattare con l’altro:
quanto sia stupido o scaltro,
e dove vi ingannerà.
La luce vi guiderà:
si tratta di un bel malloppo.
Non fatemi il finto zoppo,
non fatemi il finto sordo:
nessuno sia troppo ingordo,
nessuno pretenda troppo.
Ma c’è un governo segreto,
il quinto, che non si vede:
è una questione di fede.
Sta li, semplice e discreto,
astratto però concreto,
signori, come il Denaro:
noi gli daremo riparo,
e vi armerò cavalieri
a difesa dei misteri
di questo animale raro.
E questo governo prisma
dai molti volti, sia chiaro
che troverà nel denaro
il fondamento, il carisma.
Benedetto da quel crisma
andrò per le vie remote
delle vostre città vuote,
giustizierò chi non crede.
Se la finanza è una fede,
Io sono il Re Sacerdote.
Gridarono tutti “urrà!”
“Urrà!” gorgheggiò il sicario;
ma si misero a sipario
tra lui ed il Podestà
tutti i baroni. “Son qua!”
Gridava il turpe mariolo;
ma avevano preso il volo.
Nessuno vuol star vicino
a lungo ad un assassino:
lo avevan lasciato solo.
4 Comments
Poemetto di pregevole fattura metrica.
Politicamente scorretto, com’è ovvio, ma soprattutto fasullo.
Se c’è un sicario, c’è il mandante: e chi sarà mai?
Bill Gates, George Soros, la Trilateral al completo? O forse i Savi di Sion? I sette nani (massoni)?
Sarebbe interessante farli partecipare al Grand Guignol riondiniano…
E poi, checché TU ne dica, Riondino per Grillo ha sempre un occhio di riguardo, vecchio amore, che però, ahinoi, inficia la furia iconoclasta della satira che, come Voi maestri insegnate, dovrebbe essere irrispettosa a “370 gradi”, come sentenziò il famoso grillino esperto di trigonometria piana (“melius abundare quam deficere”, lo incalzò quello dotto, che aveva girato il mondo e sapeva le lingue).
Ma evidentemente qua coi gradi siamo un po’ scarsini …
Lo aspettiamo comunque, il Riondino, a più ardue prove di maggiore momento poetico. E politico.
Si può rispondere agli intellettuali con una barzelletta? Io penso di si. Eccola.
In un paese dell’Africa, tipo Congo, dove esiste ancora il cannibalismo, un tecnico europeo, che ivi dimora per ragioni di lavoro, fa il giro, accompagnato dalla sua scorta locale, nel mercato rurale del paese.
Passano davanti ad una bancarella, dove sono esposti dei cervelli umani con le varie quotazioni. Il nostro visitatore dice ai suoi accompagnatori: “certo che i prezzi dei cervelli variano notevolmente; In particolare mi piacerebbe sapere perché mai i cervelli degli intellettuali costano 100 volte quelli degli ingegneri?” L’accompagnatore del posto risponde immediatamente : “semplice, la spiegazione: per preparare un cervello intero appartenete agli intellettuali, bisogna ucciderne almeno un migliaia”.
Aldilà di tutte le maldicenze, costoro sono gli attori principali della nostra tragedia umana, pur non proponendo nessuna soluzione per attraversare la selva oscura “nel cammin di nostra vita”; ed a scena aperta ricevono gli applausi dalla platea umana. I personaggi più importanti della stessa si spellano le mani inneggiando e sperando alla loro superiorità.
Non sarà che a noi esseri umani non interessa la risoluzione delle nostre peripezie, ma siamo alla ricerca di qualcuno che ci salvi da questo mondo infame? Io non ho fede e cerco di sopravvivere insieme ai miei compagni di viaggio attraversando il bosco fitto ed oscuro. Oggi continuo a preparare la lista dei vecchi,come me, che vogliono vaccinarsi contro il COVID-19 e non sanno come fare ed appena pronto le invierò al presidente della regione Lombardia chiedendo aiuto per noi poveri apprendisti digitali. Caro Sergio tu ottantenne ti sei vaccinato? In caso di risposta negativa ti prego fallo questo gesto altruista nei confronti della nostra società: difendiamo la nostra comunità e noi stessi e non per ultimo questo spazio libero che dà la possibilità a quelli come me che spingono soltanto la storia umana. Buona giornata a tutti coloro che leggono e scusate le mie idee se sono diverse dalle vostre, ma io sono sempre pronto al compromesso per vivere in serenità nella mia comunità.
Antonio De Matteo Milano.
Si può rispondere agli intellettuali con una barzelletta? Io penso di si. Eccola.
In un paese dell’Africa, tipo Congo, dove esiste ancora il cannibalismo, un tecnico europeo, che ivi dimora per ragioni di lavoro, fa il giro, accompagnato dalla sua scorta locale, nel mercato rurale del paese.
Passano davanti ad una bancarella, dove sono esposti dei cervelli umani con le varie quotazioni. Il nostro visitatore dice ai suoi accompagnatori: “certo che i prezzi dei cervelli variano notevolmente; In particolare mi piacerebbe sapere perché mai i cervelli degli intellettuali costano 100 volte quelli degli ingegneri?” L’accompagnatore del posto risponde immediatamente : “semplice, la spiegazione: per preparare un cervello intero appartenete agli intellettuali, bisogna ucciderne almeno un migliaia”.
Aldilà di tutte le maldicenze, costoro sono gli attori principali della nostra tragedia umana, pur non proponendo nessuna soluzione per attraversare la selva oscura “nel cammin di nostra vita”; ed a scena aperta ricevono gli applausi dalla platea umana. I personaggi più importanti della stessa si spellano le mani inneggiando e sperando alla loro superiorità.
Non sarà che a noi esseri umani non interessa la risoluzione delle nostre peripezie, ma siamo alla ricerca di qualcuno che ci salvi da questo mondo infame? Io non ho fede e cerco di sopravvivere insieme ai miei compagni di viaggio attraversando il bosco fitto ed oscuro. Oggi continuo a preparare la lista dei vecchi,come me, che vogliono vaccinarsi contro il COVID-19 e non sanno come fare ed appena prontoa le invierò al presidente della regione Lombardia chiedendo aiuto per noi poveri apprendisti digitali. Caro Sergio tu ottantenne ti sei vaccinato? In caso di risposta negativa ti prego fallo questo gesto altruista nei confronti della nostra società. Difendiamo la nostra comunità e noi stessi e non per ultimo questo spazio libero che dà la possibilità di esporre la propria umile idea,a quelli come me che spingono soltanto la storia umana. Buona giornata a tutti coloro che leggono e scusate le mie idee se sono diverse dalle vostre, ma io sono sempre pronto al compromesso per vivere in serenità nella mia comunità.
Antonio De Matteo Milano.
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Sono in attesa di esser chiamato per il vaccino, fosse per me lo avrei già fatto.
Sergio