Ciao Sergio, insieme ad alcuni amici ho avuto il piacere di partecipare all’incontro “Sinistra anno zero”, e ti posso dire che ne è valsa, veramente, la pena, grazie, soprattutto, a Peppe Provenzano che ha raccolto la voglia e la passione di tanti di noi e l’ha trasformata in un momento di confronto e di nuovo inizio (simpatica e acuta l’osservazione di Gianni Cuperlo di chiamare i prossimi incontri “Sinistra anno uno”, anche per dare un segnale di speranza e di ulteriori passi in avanti).
Ho utilizzato il verbo “partecipare”, perché, secondo me, è sintesi di tutta la Convention e anche perché di partecipazione nel PD e in tutta la sinistra negli ultimi anni se ne è vista ben poca.
L’iniziativa innanzitutto è stata un’operazione di verità, perché se vogliamo contestare le responsabilità della leadership renziana nel risultato del 4 di marzo, non possiamo prescindere da tutto ciò che noi intendiamo per sinistra, e in questa “galassia” ci metto di tutto: a partire dalla struttura organizzativa del PD, passando per il sindacato sino ad arrivare alle realtà locali fatte di circoli, associazioni e cooperative.
L’incapacità di gestire problematiche mondiali come la globalizzazione, incapacità descritta nei dettagli nel bellissimo articolo di Emanuele Felice, anche lui presente all’iniziativa di sabato scorso, dal titolo la “Sfida persa della sinistra”, mette l’accento su tutto ciò che ha fatto, o meglio non ha fatto la sinistra per ridurre le diseguaglianze che la globalizzazione ha estremizzato, soprattutto in questi ultimi anni.
Piano, piano è passato il concetto che il PD e la sinistra nel suo insieme dovessero continuare a tutelare solo gli inclusi (lavoratori a tempo determinato, pensionati, imprenditori etc.) lasciando briciole del proprio impegno e delle proprie politiche agli esclusi (lavoratori part time, partite iva, giovani disoccupati etc.) e facendo questo il Partito Democratico ha rinnegato il proprio nome e la sinistra ha smesso di essere sinistra.
Nel Paese sono nate nuove forme di partecipazione, anche spinte dai nuovi mezzi tecnologici, soprattuto sul web, ma il PD e la sinistra ne ha fatto un uso molto, ma molto limitato.
I Meetup dei 5S in questi ultimi anni sono stati, quasi unicamente, gli unici luoghi di incontro, di riflessione e di elaborazione politica nel nostro Paese; a sinistra dopo aver chiuso le sezioni, i circoli, quasi sempre deserti, non hanno avuto più il ruolo di partecipazione attiva che è linfa vitale della Democrazia e della Politica in generale.
Per troppo tempo PD e sinistra hanno chiamato “barbari” e “analfabeti funzionali” tutti coloro che non appartenevano alla nostra “bolla”, ma non ci si accorgeva che ci stavamo restringendo in confini sempre più stretti, sino ad arrivare a pensare che tutto ciò che proveniva dalle periferie (delle città o del pensiero politico) era stupido e privo di senso, e anche in questo caso non ci si era accorti che avevamo perso il contatto con il Paese.
Le analisi dell’incontro di sabato hanno segnato uno spartiacque e insegnato, spero una volta per tutte, che non esistono scorciatoie per il PD e la sinistra ed è arrivato il momento di dire, come ha detto Emanuele Macaluso nel suo intervento, che siamo arrivati “al dunque” e questo comporta scelte politiche di grande rilevanza sul piano nazionale e grandissimo impegno sui territori.
La “traversata del deserto” non sarà né facile, né indolore, ma dobbiamo, ancora una volta, trovare nuovi modelli che mettano in evidenza le lacune di quelli populisti e sovranisti; la capacità di innovare è insita alla sinistra e per questo mi piace citare lo storico Harari quando scrive che oggi Marx consiglierebbe di lasciar perdere Il Capitale, ma di studiare il genoma umano e il funzionamento del WEB.
Un caro saluto.
Luca
6 Comments
Ma sì, tutto fuorché governare e proseguire nelle riforme.
Una bella traversata nel deserto, lunga, infinita, fatta di convegni, dibattiti, ponderose analisi ed elaborazioni teoriche, mentre a governare ci pensa qualcun altro e noi possiamo indignarci, fare appelli, petizioni, coinvolgere professori ed avanguardie.
L’ho già visto questo film, e non mi piace.
La sinistra deve governare, deve cantare e portare la croce, prendere fischi e rimbrotti, se serve, ma deve guidare il cambiamento, non subirlo mentre discute del sol dell’avvenire.
Qualsiasi progetto DEVE essere finalizzato a riprendersi il potere e governare.
Svolta governista? Certo. Una forza politica responsabile non può che avere quell’obbiettivo.
E se non lo realizza vuol dire che sta sbagliando tutto.
Non rappresentare, governare.
La democrazia funziona così.
La sinistra è all'”anno cento” non all'”anno zero” né all'”anno uno”.
Basta retorica. Fra tre anni fanno cento anni da Livorno. Siamo ancora fermi lì?
En marche.
Bravo Ernesto Trotta
condivido tutto.
Caro Luca a me va bene tutto (ho 64 anni e più di 40 anni di vita politica con il PCI e seguito) ma ha ragione Ernesto, ma perchè volete sempre tornare indietro, ma non vi siete stancati di retorica, discussioni infinite, convegni, scappellotti elettorali e emarginazioni degli ultimi 70 anni, una Italia sempre nella palude, ingessata in mille privilegi di cui la “famosa” sinistra non è assolutamente esente?
Con il governo Renzi, antipatico o no, la sinistra ha fatto dopo 70 anni un passo avanti: HA GOVERNATO con tutti i limiti della “non vittoria”. Errori? probabilmente sì, ma l’errore più grosso è proprio questo stillicidio continuo che viene fatto al leader di turno da un fuoco amico, che fa perdere consenso, non per il 3-4% ma per la notevole rottura che provoca al ns. interno e sull’intera società Italiana dove solo il 10% legge un giornale o un libro. Quando volete capire che le cose si ottengono PASSO DOPO PASSO e considerando le condizioni date?
Quando dici che il PD di questi anni ha ” lasciato briciole del proprio impegno e delle proprie politiche agli esclusi (lavoratori part time, partite iva, giovani disoccupati etc.) e facendo questo il Partito Democratico ha rinnegato il proprio nome e la sinistra ha smesso di essere sinistra” ma di cosa stai parlando? Non mi va di farti un lungo elenco ma ti allego le “100 cose fatte e proposte” https://www.partitodemocratico.it/gCloud-dispatcher/4c508fe8-0850-11e8-b337-0010186dda0c
dove ti invito a spuntarti le cose fatte per le categorie che tu evidenzi e segnalami quale governo del passato ha fatto tutto ciò.
E’ poco? Insufficiente? E’ sempre poco, ma di certo è stato un inizio costruttivo che molti di voi hanno snobbato e sottovalutato o miratamente contestato per pura autoreferenzialità e invidia personale.
“Ma abbiamo perso le elezioni ………..” Di certo se non ci fosse stato uno sbarramento pesante e ingiustificato di un fuoco amico grande alimentatore e sponsorizzatore di forze avverse che hanno approfittato della situazione , Caro Luca il film sarebbe stato sicuramente diverso.
Un caro saluto
Gianni Moscatellini
Caro Luca, immagino che tu sia un giovane compagno, e mi fa piacere sentire che si discuta di sinistra , purché non sia quella della solita retorica. È interessante la ricerca di nuovi modelli per soddisfare i bisogni soprattutto degli ” Ultimi”.
Nel tuo scritto mi sembra di sentirti come quando noi , ormai settantenni o giù di lì, protestavamo e volevamo cambiare il mondo. In quel periodo storico c’era effettivamente la voglia di Sinistra. Oggi caro Luca non mi sembra di rivedere quella voglia, il 4 marzo lo dimostra, chi si è schierato a sinistra del PD ha fatto un buco nell’acqua.
Riflettiamo allora, cosa è stato che ci ha dimezzato rispetto alle Europee? Io credo che la massima responsabilità sia da caricare sulle spalle dei vari conservatorismi di sinistra, sia politici che sindacali.
Non è vero che la sinistra moderna ha guardato solo gli occupati ecc. ecc. I provvedimenti dei governi Renzi e Gentiloni lo dimostrano, certo potevamo fare di più , ma con quali risorse?
Ora ti faccio una domanda. Secondo te il milione di posti di lavoro in più, so che quasi la metà è a tempo determinato ma è meglio averli o non averli per niente? Penso che la risposta sia scontata e allora perché non continuare con le riforme iniziate invece che voler fare un salto nel buio. Si Luca c’è bisogno di una rivoluzione ma di una rivoluzione Riformista perché oggi non si può fare altro.
Quanto ai circoli ti voglio dire una cosa. Quando Renzi ha iniziato il suo tentativo di rivoluzione Riformista a me ed anche a tanti altri compagni è tornata la voglia di lottare. Non disperdiamo tutto ciò in quello che dice Ernesto cioè in innumerevoli convegni senza fine con belle , narrazioni irrealizzabili , andiamo sul concreto cerchiamo di governare, solo così si possono soddisfare i bisogni
Marco bs
Caro Luca,
ma “la traversata del deserto” come la fai?
Poi in quale deserto vuoi passare e con che mezzi?
Io sono vecchio ( quasi 70 anni ) e di discorsi “forbiti ed idealisti”, quando esercitavo il mestiere di sindacalista aziendale, ne ho scritti ed urlati tanti, ma poi ho verificato che con le “chiacchiere” non si va da nessuna parte e che l’unica strada percorribile è quella “dei piccoli passi.” ( come dice Gianni Moscatelli ).
Certo può essere che noi vecchi abbiamo sbagliato tutto, ma siamo pronti ( secondo me ) ad appoggiare voi giovani, però spiegateci bene dove volete andare e con quali mezzi.
Preciso subito che non voglio più parlare di comunismo e neanche del PCl che ho votato sempre per tanti anni. Se ti interessa ti spiego il perché. Un caro saluto Antonio De Matteo Milano
Amici tutti, concordo tutto quello che avete detto in risposta a Luca, al quale dico, tieni duro che è molto faticoso stare dietro ai convegni organizzati dai vari Cuperlo, bravo dirigente ma anche lui silente negli anni di D’Alema e Bersani e molto loquace con Renzi, ma questo è il passato.
Adesso dobbiamo guardare avanti ma tu devi trarre spunto da persone come Ernesto e gli altri amici che hanno esperienza politica e praticità nei pensieri e che con l’opportunità del blog di Sergio dovresti parlarci e discutere.
Grazie a tutti per le lucide riflessioni.
Camillo Repetti
Caro Luca, sono d’accordo: “la “traversata del deserto” non sarà né facile, né indolore”. E questo mi preoccupa per te e per le nuove generazioni. Non so chi sia Harari e faccio molta fatica a trasformare la teoria del valore nella pratica del funzionamento del WEB. Lasciamo stare il vecchio Marx che ha insegnato alle generazioni a lui postume dove stava il trucco dello sfruttamento del lavoro da parte del capitale.
Apprezzo la tua voglia di partecipazione e spero che non rinuncerai mai a coltivarla con gli strumenti della democrazia. Però, del tuo interessante contributo, due cose mi hanno infastidito: 1) In quale documento ufficiale il PD ha chiamato “barbari” e “analfabeti funzionali” chi non aderisce alla sua organizzazione; 2) chi ha pensato che “tutto ciò che proveniva dalle periferie (delle città o del pensiero politico) era stupido e privo di senso ?. Aspetto con serenità atti/comportamenti della mia organizzazione in ordine a quei temi. Da ultimo, Luca, hai letto le amene riflessioni scritte nei Meetup dei 5 stelle? Se le consideri unici luoghi di incontro, di riflessione e di elaborazione politica buona fortuna. Leggili attentamente e, se puoi, cortesemente riporta in questo blog quei pensieri che tu reputi degni di approfondimento e noi li commenteremo. Un abbraccio